Nel cantiere di Sant’Anna, chiuso ormai da un paio di anni, sono rimaste solo le gru. Ma presto anche quelle strutture colossali saranno messe all’asta dal curatore nominato dal Tribunale di Faenza per occuparsi del fallimento della Bentini, la ditta che doveva costruire il nuovo (tanto atteso) palazzo di Giustizia. Il cantiere del nuovo Palazzo di Giustizia, nei prossimi giorni, sarà “spogliato” di attrezzi, carpenterie metalliche, container, uffici, il grande capannone che serviva per la mensa e anche di un’auto e un furgone. Il tutto, messo all’asta, è stato vinto da un imprenditore barese che ha offerto cinquantamila euro e ha avuto la meglio su altri suoi concorrenti siciliani. All’asta volevano partecipare una decina di soggetti interessati all’affare – tra cui anche ex operai della stessa Bentini magari per assicurarsi a buon prezzo qualche attrezzo utile per la loro professione –, tuttavia il curatore ha preferito vendere tutto in un unico blocco. La cifra ricevuta finirà nella massa fallimentare per cercare di soddisfare i numerosi creditori della Bentini. Nella prossima settimana, il vincitore dell’asta tornerà nel cantiere del rione Sant’Anna per cominciare a smontare a pezzi tutto quello che ha acquistato e lo dovrà poi trasferire in Puglia. Dicevamo che, ormai, sono rimaste solo le gru. Ma sono rimaste ancora al loro posto solo perché a causa delle loro gigantesche dimensioni non si possono spostare facilmente dal cantiere. Bisognerà rimuoverle con cura e pare che dovrà essere la stessa Bentini a doverle smontare prima di metterle all’asta con nuovi acquirenti.