
Il sequestro della struttura turistica era legittimo perchè costruito su area demaniale. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla Procura ordinando di sottoporre nuovamente a sequestro il “Kalura”, il complesso turistico-balneare tra i leader del settore della ristorazione e banchettistica al confine tra Reggio e Villa San Giovanni. I giudici supremi hanno accolto il ricorso della Procura, ribaltando la decisione del Tribunale del riesame (5 dicembre 2014) che aveva, seppure parzialmente, dissequestrato la struttura restituendo alla disponiilità dei proprietari alcune strutture del complesso turistico, tra le quali il locale ristorante. Di conseguenza i militari della Guardia costiera hanno riapposto i sigilli. Il “Kalura” era stato sequestrato il 6 novembre 2014 su disposizione del Giudice per le indagini preliminari, che aveva condiviso l’impianto accusatorio del pm Sara Amerio, ritenendo «la struttura priva di concessione demaniale marittima che ne legittimi l’occupazione, nonché di permesso a costruire, oltre ad essere caratterizzata da tutta una serie di violazioni edilizio/urbanistiche ed ambientali». Secondo le conclusioni degli investigatori della Capitaneria di porto l’area sulla quale è stato realizzato il complesso turistico (per un ingombro di oltre 5.000 mq. di arenile demaniale marittimo) sarebbe a forte rischio erosione costiera, nonché di attenzione idraulica, con conseguenti evidenti pericoli per la pubblica e privata incolumità
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