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Reggio vigili del fuoco
in stato di agitazione

I sindacati dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno proclamato lo stato di agitazione, "a causa - spiegano Giuseppe Cilione della Cgil, Giuseppe Rodà della Cisl e Giovanni Alampi della Uil - dell'assoluta assenza di relazioni sindacali con il dirigente provinciale, ed il conseguente fallimento delle procedure di conciliazione". Nel corso di una conferenza stampa, Cilione, Rodà e Alampi hanno elencato le problematiche esistenti, dovute "a carenza di personale, di mezzi, che limitano le possibilità di intervento urgente di soccorso sia nella sede del comando provinciale, che nei sei distaccamenti territoriali della provincia". Nella sede di Reggio, che serve un bacino di utenza molto ampio, hanno sostenuto i sindacalisti, "non si riesce a garantire più di una squadra per turno". Ma la questione più grave riguarda l'unico Nucleo di soccorso acquatico sommozzatori esistente in Calabria. "Il personale è adesso privo del prescritto brevetto - hanno spiegato i rappresentanti sindacali unitari - perché dal primo giugno non è abilitato ad effettuare immersioni notturne a causa del mancato riconoscimento di 10 ore mensili di addestramento previste dalla normativa. In caso di necessità bisognerà attendere l'intervento dei nuclei territoriali di Catania, Taranto o Palermo. La cosa più assurda - hanno proseguito Cilione, Rodà e Alampi - è che per riabilitare i sommozzatori del Nucleo reggino serviranno molte più risorse di quelle risparmiate con il taglio delle 10 ore". "E' ovvio - hanno concluso - che in queste condizioni è impossibile garantire la sicurezza del personale che opera in soccorso e per chi lo riceve".

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