Reggio

Lunedì 29 Aprile 2024

Troppi contenziosi, l’Asp mette al riparo 162 mln

 È troppo alto il contenzioso con i creditori, l'Azienda Sanitaria ha paura che possa paralizzarsi e, come fatto in precedenza, è corsa ai ripari blindando 162 milioni di euro dall'assalto dei creditori al tesoriere. Il commissario straordinario, Santo Gioffré, ha fatto ricorso alla norma che congela l'aggressione delle somme in tesoreria. Non tutte ma quelle destinate a pagare gli stipendi (55 milioni), a fornire l'assistenza di medicina generale (16 milioni), quella specialistica (6 milioni), quella ospedaliera pubblica e in convenzione obbligatoria (56 milioni) e l'assistenza farmaceutica (28 milioni). Questo perché si è preso atto «dell'elevato pregresso contenzioso esistente tra l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio e terzi creditori e delle azioni attivate dagli stessi per ottenere in via giudiziale provvedimenti forzosi a soddisfacimento dei crediti verso l'Azienda». Alla luce di questa situazione esplosiva, il commissario Gioffré «al fine di evitare l'esecuzione forzata delle somme necessarie a garantire il funzionamento dell'Azienda» ha predisposto il provvedimento che convenzionalmente viene adottato ogni trimestre per gli enti in difficoltà economica. Per questo è stato dato mandato al tesoriere, la Banca nazionale del Lavoro, di non procedere a effettuare pagamenti se non quelli autorizzati dall'Asp. Nel provvedimento si legge che l'istituto bancario «non ha alcuna discrezionalità in ordine alla entità complessiva degli importi resi indisponibili, le somme ingiustamente distratte dal Tesoriere per altri fini, plausibilmente produrrà danni di rilevanza esponenziale». Intanto per la giornata odierna sono in arrivo altre nomine di commissari. Sono, infatti, in calendario davanti alla sezione staccata del Tribunale amministrativo regionale, tanti ricorsi in ottemperanza promossi da creditori che non hanno ricevuto i pagamenti del dovuto nei termini previsti e nonostante le diverse intimazioni l’Ente non ha soddisfatto le pretese economiche. È una triste storia che si ripete e che sta mandano l’Asp in rovina.

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