Tutto è bene quel che finisce bene. La ricapitalizzazione dell’Atam doveva essere votata dal Consiglio comunale e così è stato: 29 sì, nessun astenuto e nessun voto contrario. Ma per arrivare a questo risultato c’è voluta tanta pazienza e, soprattutto, tanta fatica. Dunque, la modifica allo statuto dell’Atam per ricostituire il capitale sociale è stato votato all’unanimità, con la precisazione da parte della minoranza di farlo solo «per senso di responsabilità verso i lavoratori». La relazione introduttiva che ha spiegato l’essenza della delibera da votare è stata svolta da Francesco Gangemi, il quale non ha mancato di sottolineare che «se le passate amministrazioni avessero vigilato come sta facendo questa, non saremmo giunti a questo stato». Tuttavia sarebbe stato utile e bello che questa maggioranza arruffona fosse giunta a questo appuntamento così importante con le idee più chiare senza dovere continuamente sospendere i lavori di un Consiglio iniziato già con quasi tre ore di ritardo. Ma trovare una convergenza anche su un emendamento è sembrata quasi una fatica d’Ercole. Alla fine, dopo tanti tira-e-molla, la delibera approvata prevede la ricostituzione di un capitale sociale di 500mila euro. Il Comune riconosce quindi all’Atam, di cui è socio unico, l’azzeramento delle residue perdite, per un importo complessivo di 6,9 milioni. Per farlo l’Amministrazione ha determinato il conferimento di beni immobili, per un valore complessivo di 7,4 milioni. In particolare i beni che passeranno nella disponibilità societaria dell’Atam sono l’area di Largo Botteghelle, sede dell’Amministrazione Atam, per un importo stimato dal dirigente comunale Carmelo Nucera in 2,9 milioni, e l’area ed i fabbricati di via Foro Boario, per un valore complessivo di 4,5 milioni.