La notizia anticipata da questo giornale nel mese di dicembre dell’anno scorso non solo era vera ma anzi è più grave di quanto già scritto. Stiamo parlando dei fondi per la mobilità sostenibile. Sono stati definitivamente persi ben 87 milioni di euro dei 124 stanziati dei fondi che erano previsti per la realizzazione della mobilità sostenibile e della metropolitana di superficie e che, invece, sono stati sottratti da quell’ambizioso progetto rivoluzionario che avrebbe cambiato la vita ai reggini e il volto alla città e sono stati “distratti” dalla Regione per finanziare parte del nuovo progetto del Palazzo di Giustizia e il trasporto pubblico locale regionale (tra cui l’Atam). L’Amministrazione Falcomatà, che è doveroso ricordarlo non ha alcuna colpa in questa vicenda, si trova a dover gestire i pochi interventi rimasti in vita con soli 37 milioni. Ben poca cosa rispetto al progetto di mobilità sostenibile. Il motivo del definanziamento è legato al fatto che le opere presentate alla Regione non erano compatibili, erano sconnesse e non funzionali al sistema di mobilità sostenibile. Gli interventi erano congruenti solo in parte con l’obiettivo realizzativo previsto dalla delibera del Cipe. Sono rimasti in piedi solamente i progetti previsti nel ciclo di programmazione 2007/2013, che possono essere appaltabili entro la fine di quest’anno. Quindi quanto scritto nel recente passato da questo giornale, smentito dall’amministrazione comunale, era vero e fondato. Perché la Regione, alla luce delle gravi inadempienze riscontrate in generale dall’Europa nella gestione dei fondi comunitari, ha decretato la rimodulazione della risorse che era già preventivabile dopo la riunione del 4 novembre scorso. Di chi la colpa di questo sfascio? I progetti, oltre a essere stati giudicati in gran parte non in linea, hanno registrato lentezze burocratiche che ne hanno rallentato l’iter di avanzamento. Alcuni di questi infatti sono rimasti lettera morta, altri si sono incagliati alla fase dello studio di fattibilità, altri ancora sono andati avanti ma alla fine molti sono stati stralciati. Per la città non resta che l’amaro in bocca e ora toccherà all’amministrazione Falcomatà, che già aveva avuto contatti anche con la struttura ministeriale delle Infrastruttura, riannodare il filo della vicenda. Il caso è al centro dell’agenda amministrativa della giunta.