Nozze in riva al mare. Un'idea senz'altro romantica, in più, per tentare di rilanciare l'immagine e l'economia della Calabria e, in particolare della Piana di Gioia Tauro. Almeno così la pensa la Commissione prefettizia che regge, da quasi un anno, le sorti del Comune di San Ferdinando, ente sciolto nell'autunno 2014 per "forme di condizionamento della vita politica ed amministrativa da parte della criminalità organizzata". San Ferdinando, sul cui territorio sorge in gran parte il Terminal container di Gioia Tauro, uno degli scali più importanti del Paese e del Mediterraneo, potrebbe ottenere, così, secondo gli auspici degli ideatori, nuova attenzione a livello nazionale. Si comincia il 19 settembre con il matrimonio di una coppia milanese che ha scelto questa location per il giorno più importante. A celebrare i fiori d'arancio il funzionario della Commissione Straordinaria, Francesco Greco, che ha trovato ideali la spiaggia ed il panorama di San Ferdinando per questo tipo di iniziative. E così il nome del comune calabrese si legherà a quelli di Rimini, Fano, Pescara, Arzachena e a poche altre rinomate città turistiche italiane che si sono lanciate in un nuovo genere di attività che esalta le vocazioni dei luoghi. Anche San Ferdinando, dunque, avrà la possibilità di riaffermare il proprio carattere di luogo ospitale e di rappresentare un esempio per nuovi modelli di turismo più sostenibili e in grado di aprire nuove prospettive di sviluppo all'economia locale, ormai in crisi per la perdita di centralità dello scalo? Un auspicio, che accomuna tanti. Tra questi c'è di sicuro il senatore Francesco Molinari, componente della Commissione parlamentare antimafia, che si è detto subito entusiasta per la concretizzazione di questa idea. "Mi auguro - spiega il parlamentare - che iniziative come quella presa a San Ferdinando possano rappresentare una risposta alle esigenze dei cittadini e che possano creare le premesse per le 'nozze' della nostra terra con il turismo. Cosicché si possa vedere finalmente una via d'uscita dalle catene che sembrano inchiodare tanti comuni calabresi al condizionamento della 'ndrangheta e le loro amministrazioni al destino di essere sciolte ripetutamente, è la seconda volta che San Ferdinando subisce quest'onta, per infiltrazioni mafiose".
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