Dieci presunti affiliati alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, condannati nel gennaio scorso dal gup a pene variabili dai 6 ai 10 anni per associazione mafiosa, sono stati arrestati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria assieme a quelli dello Squadrone eliportato Cacciatori. I dieci, arrestati nel corso di varie operazioni, erano tornati liberi per decisione del Tribunale del riesame. Dopo la condanna il pm ha chiesto una nuova ordinanza emessa dal gip.
Gli arrestati sono Pietro Flachi, di 59 anni, Giuseppe Guerrera (52), Francesco Iamonte alias "faccia di drago" (35), Natale Iamonte (34), Consolato Malaspina (62), Consolato Meduri, alias "Lampino" (28), Angelo Minniti (40), Giovanni Tripodi (33), Giovanni Tripodo (36) e Pietro Verduci (36). I dieci erano rimasti coinvolti nelle operazioni condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria denominate "Ada", "Sipario" e "Replica" nei confronti della cosca Iamonte, egemone nel territorio di Melito Porto Salvo. Le indagini, corroborate dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Ambrogio (indagine "Sipario"), secondo l'accusa hanno consentito di definire l'origine e l'organigramma della cosca Iamonte e di far piena luce sulle attività criminali poste in essere dall'associazione, in particolare per quanto riguarda il traffico di armi e di sostanze stupefacenti e la commistione tra amministratori locali e imprenditori affiliati alla cosca, grazie alla gli Iamonte riuscivano a condizionare gare d'appalto bandite dai comuni del basso ionio.
Nel corso dell'indagine "Ada", nel febbraio 2013, erano state eseguite 53 misure cautelari in carcere e 12 agli arresti domiciliari; in quella "Sipario" (12 arresti nel novembre 2013), grazie anche alla collaborazione di Ambrogio, erano emersi i rapporti tra mafia e politica, con riferimento ad alcuni amministratori locali, risultati padroni indiscussi della scena politica di Melito degli ultimi vent'anni; "Replica", infine, avrebbe consentito di attualizzare l'assetto della cosca e di far luce su un giro di estorsioni. Da quest'ultima indagine è scaturita l'esecuzione, nel luglio 2014, di 2 fermi successivamente convalidati e 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere. (ANSA).