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Aeroporto, in cantiere
il dopo-Porcino

 È stata convocata per mercoledì prossimo l’assemblea dei soci Sogas per discutere delle dimissioni presentate dal presidente del Cda Carlo Alberto Porcino, del vice Vincenzo Calarco e dell’ing. Mimma Catalfamo. All’odg è previsto che gli enti soci dovranno affrontare la surroga dei tre consiglieri dimissionari e quindi, una volta reintegrato il Cda, i soci dovranno passare alla nomina del nuovo presidente di Sogas. In attesa che si apra la stagione del dopo-Porcino, gli industriali reggini e messinesi esprimono «grave preoccupazione in ordine alla situazione dell'aeroporto dello Stretto» e si appellano «alla Provincia di Reggio, nella qualità di socio di maggioranza di Sogas Spa, affinché proceda in tempi strettissimi all’integrazione del Cda della società dopo la dimissione dei tre componenti nominati dallo stesso ente». Confindustria Reggio e Messina non intendono entrare «nel merito delle polemiche politiche scaturite dopo l’ultima drammatica riunione all’Enac che aveva posto condizioni tassative, da rispettare entro il prossimo 15 ottobre, per il mantenimento della concessione alla Sogas». Ma al tempo stesso gli industriali delle due città danno atto del «gesto di responsabilità del presidente del consiglio di amministrazione della società, Carlo Alberto Porcino, di cui pure hanno apprezzato il lavoro condotto in questi anni di gestione svolta in condizioni proibitive per la complessità della situazione». Il passo indietro di Porcino adesso, secondo gli industriali dello Stretto, dovrà obbligatoriamente «essere propedeutico alla ripresa di un sano sistema di relazioni industriali, indispensabile per il perfezionamento di un piano di rilancio in grado di salvaguardare l’aeroporto. La chiusura dello scalo potrebbe rivelarsi esiziale per le sorti dell’area metropolitana che abbraccia Reggio e Messina e per l’economia di questo territorio. Occorre pertanto, con la massima urgenza, procedere al ripristino del sistema di governance della Sogas che ancora può contare sull’apporto dei membri del cda nominati dalla Regione e dal Comune di Reggio Calabria. Il lavoro di questi ultimi, finora fortemente apprezzato (sarebbe stato ben strano il contrario visto che il nominato dal Comune è il figlio del vicepresidente di Confidustria Reggio, ndr.) da associazioni di categoria e sindacati, nell’ambito dell’auspicata ripresa delle relazioni industriali appare oggi imprescindibile per garantire continuità operativa, tecnica e gestionale alla Sogas che non può restare paralizzata nel momento decisivo per le sorti dell’aeroporto». Quanto alla possibilità di una modifica della partecipazione degli enti locali nel capitale della Sogas, Confindustria ribadisce «l’interesse dell’imprenditoria privata della città a valutare un investimento in grado di rilanciare il “Tito Minniti”, vincolato però alla realizzazione della “due diligence” chiesta nei mesi scorsi al presidente del cda e al socio di maggioranza. Di fronte a una precisa analisi della situazione economica e finanziaria della Sogas, il mondo industriale di Reggio e Messina non si tirerebbe indietro, a condizione che la futura governance risponda a modelli imprenditoriali e non a logiche partitiche». Pur non demonizzando nessuno e riconoscendo «l’ingente impegno di risorse pubbliche registrato negli ultimi 4 anni sulla Sogas da parte della Provincia, riteniamo che per una società di gestione aeroportuale occorrano competenze imprenditoriali per amministrare le somme investite. Storicamente la scelta dei vertici di questa società è stata influenzata dai partiti. Sarebbe gravissimo se ciò avvenisse proprio adesso e vogliamo credere che ciò non avverrà».

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