Beni per 2,2 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza all'imprenditore Domenico Fortugno, 34 anni, di Cinquefrondi, accusato di essere contiguo alla cosca della 'ndrangheta dei Pesce di Rosarno. I beni confiscati sono le quote sociali e il patrimonio aziendale (comprensivo dei conti correnti) di 2 società di trasporti e le quote di un fondo comune di investimento mobiliare. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Reggio Calabria.
Domenico Fortugno è stato condannato in primo grado alla pena di sedici anni nell'ambito del processo scaturito dall'inchiesta chiamata 'All Inside' contro la cosca Pesce di Rosarno. L'imprenditore, inoltre, è stato sottoposto anche alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni. A fornire indicazioni circa le aziende di Domenico Fortugno è stata la collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce, la quale ha evidenziato come l'imprenditore, dopo aver sposato la cugina del boss Francesco Pesce, di 37 anni, aveva creato le sue aziende nel settore dei trasporti costituendo e dirigendo le società pur non disponendo di risorse finanziarie. I finanzieri hanno ricostruito il patrimonio di Fortugno anche attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali realizzate nel corso delle indagini e dall'analisi di documenti contabili acquisiti nel corso delle complessa attività investigative. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. (AA).
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