Un’occasione storica. Il bergamotto sta tornando in auge. E la Calabria puntando sul suo “oro verde” può far ripartire l’economia. Su questo agrume unico, dunque, ci si gioca una grossa fetta del futuro. In anni recenti è stato un riscoprire delle proprietà del bergamotto. Il recente simposio al dipartimento di Agraria della Mediterranea ne ha certificato l’importanza nelle applicazioni cosmetiche (l’essenza del bergamotto viene sfruttata da oltre 300 marchi commerciali nel mondo) e farmacologiche (i flavonoli contenuti nell’agrume non solo indurrebbero la morte delle cellule tumorali ma ridurrebbero anche la proliferazione di metastasi e sarebbero utili contro l’ipertrofia prostatica benigna. Le proprietà nutraceutiche comprendono anche un efficace contrasto di colesterolo e glicemia). Esportato a tutte le latitudini, ora grazie all’Accademia del Bergamotto, con il suo presidente prof. Vittorio Caminiti che da oltre vent’anni si prodigano a far sì che l’agrume si affermi anche nel campo della gastronomia, persino quella da gran gourmet: «Il bergamotto, ormai, rappresenta – sostiene Caminiti – un nuovo modo di festeggiare il Natale e le feste di periodo perchè entra a pieno titolo nelle tradizioni gastronomiche coi panettoni, cioccolate, torte, torroni, e chi più ne ha più ne metta». Questo frutto, secondo gli storici nato dall’incrocio di limetta con arancio amaro, mette le sue radici per la prima volta a Reggio, nel Fondo dei Giunchi intorno al 1750 e oggi il suo uso è diffuso nella vita quotidiana. I nuovi pionieri dell’uso del bergamotto sono stati, proprio il prof. Caminiti, che è anche presidente regionale di Federalberghi, per pasticceria e gastronomia, e nella gelateria Fortunato Marino che ha dato vita al “sorbetto al bergamotto”. Sul mercato esistono ottimi liquori, deliziosi tè, caramelle e dolciumi vari. Il bergamotto si coltiva esclusivamente lungo la fascia costiera che va da Villa San Giovanni a Brancaleone. Nel passato ha fatto la fortuna di tanti imprenditori e resa ricca mezza provincia, facendo lavorare migliaia di famiglie. La situazione odierna porta a una riflessione amara: «Esiste – spiega Caminiti –un nuovo business, attuale con il malcostume dei giorni nostri. Grazie alle risorse pubbliche, fornite in base all’appartenenza politica, vediamo sfilare personaggi che, come grandi “paladini”, dicono di operare a favore del bergamotto. Mi piacerebbe sapere quanto questi hanno tirato fuori dai loro bilanci personali, dalla propria tasca o quanto invece hanno lucrato, da e per queste iniziative». Le caratteristiche chimiche,organolettiche efarmacologiche, del bergamotto lo rendono un dono divino: «Questa potenzialità – conclude Caminiti – non riesce a trovare piena affermazione perché viviamo in una regione che riesce a dividersi e a parcellizzarsi. Parlo a nome di chi ha scelto di investire, senza nulla a pretendere dalla mano pubblica. Credo sia arrivato il momento di aprire una fase di riflessione e di autocritica da parte di quanti operano in nome del bergamotto. In campo si misurano a vario titolo consorzi, associazioni, entità sociali. Un mondo disarticolato e scoordinato, abitato spesso da figure non qualificate, di certo non animate dal nobile scopo di promuovere l’immagine di una Calabria operosa e ricca di risorse. È il momento di liberarsi da certe zavorre e trovare l’intesa per il rilancio del bergamotto, la crescita e lo sviluppo».