Prevale la tesi della difesa. Il Tribunale della libertà ha annullato il sequestro dei beni (una cospicua parte del provvedimento complessivo per un valore stimato in oltre 12 milioni di euro), che era stato disposto dal Gip di Reggio nei confronti di Domenico Ficara (difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Marco Tullio Martino) per il reato bancarotta.
Secondo l’ipotesi accusatoria, sostenuta anche davanti ai giudici del riesame dalla Procura distrettuale antimafia, Domenico Ficara sarebbe «un personaggio intraneo» alle presunte cosche di ’ndrangheta dell’area sud della città (con la cui omonima famiglia è legato da vincoli di parentela) e che avrebbe accumulato il patrimonio monitorato (e sottoposto a sequestro preventivo) dagli inquirenti perchè «frutto della vicinanza ai clan».
Di parere diverso il Tribunale della libertà, che ha disposto il dissequestro di conti correnti, liquidità nonché di alcune abitazioni il cui valore tuttavia con perizia era stato dimostrato essere inferiore comunque agli importi indicati nelle informative.
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