Assolti “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di illecita concorrenza con violenza o minaccia Francesco Mammoliti (cl. 49), inteso “Fischiante”, Francesco Stipo (cl. 49), Domenico Pelle (cl. 75) alias “Gambazza”, Domenico Costanzo e Antonio Cosmo, imputati nel filone dell’abbreviato del processo denominato “Italia che lavora”.
La sentenza è stata emessa ieri mattina dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, (presidente Gaeta, consiglieri Bandiera e Giacobello), che ha ribaltato la decisione del gup distrettuale che, nell’ottobre 2014, aveva condannato gli imputati a 4 anni di reclusione ciascuno, previa applicazione della diminuente di un terzo della pena per la scelta del rito.
All’esito della camera di consiglio i giudici della Corte d’appello reggina hanno altresì dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Domenico Cosmo “essendo estinti i reati per morte del reo”.
L'approfondimento nell'edizione della Gazzetta del Sud in edicola
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