Il 2015 si era chiuso con un annuncio che faceva ben sperare. Il Governo ha stanziato 100 milioni di euro per le periferie, individuando sette strutture sportive reggine per i primi interventi. Tutti a chiedersi se l’anno che è appena iniziato sarò quello della tanto auspicata svolta.
Non ci vuole tanto a capire che la possibilità di utilizzare una cifra così consistente costituirebbe una boccata d’ossigeno per una realtà che da tanto, troppo tempo, in riva allo Stretto vive una situazione di marginalizzazione e abbandono.
Basta scorrere l’elenco dell’impiantistica sportiva per verificare un quadro desolante. Ci sono strutture chiuse da mesi come, per esempio, quella usata in passato dall’Hinterreggio; il campo di Ciccarello è stato abbandonato e a un certo punto usato, addirittura, come discarica; il centro sportivo Sant’Agata e lo stadio Granillo sono stati alla base di non pochi problemi per l’Asd Reggio Calabria; la destinazione d’uso diversa da quella sportiva ha ridotto in pessime condizioni la palestra di Pellaro, così come lo Scatolone.
Quasi non bastasse, ci sono da tenere in considerazione anche la tragicomica storia della pista ciclabile, l’odissea del PalaCalafiore, la vicenda del Parco Caserta che ha dell’incredibile, le emergenze che interessano gli impianti di viale Messina, palestre e impianti minori distribuiti sul territorio comunale. Poco meno di un mese fa, il presidente del Coni Maurizio Condipodero aveva riacceso le speranze annunciando che c’erano i fondi per sistemare molte strutture sportive in riva allo Stretto, comprese Palloncino, palestra di pugilato e piscina: «A Reggio – aveva assicurato Condipodero – saranno effettuati interventi di riqualificazione per polo sportivo della zona sud, piscina comunale del Coni, palestra di boxe, Scatolone e Palloncino».
Aveva aggiunto che, a dimostrazione della credibilità goduta a livello nazionale, Reggioera stata trattata con la stessa dignità di Milano, Roma, Napoli, Palermo, Ostia e Barletta. Il 2016 è cominciato e dalla Fihp (federazione italiana hockey e pattinaggio) non arrivano segnali tranquillizanti. C’è da augurarsi che si tratti solo di un falso allarme e l’auspicato rilancio degli impianti sportivi reggini diventi finalmente realtà.
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