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Concorso “farsa”, l’aiutino costa un anno di carcere

Concorso “farsa”, l’aiutino costa un anno di carcere

Ci sono voluti otto anni, alla fine la giustizia ha premiato il coraggio di una ricercatrice che ha rotto il muro del silenzio ed ha denunciato. Quella denuncia oggi è diventata una sentenza con cui il Tribunale (presidente Natina Pratticò, Romeo e Aragona a latere) condanna per abuso di atti d’ufficio Attilio Nesi e Francesca Carmen Giglio alla pena di un anno di reclusione; e condanna gli imputati in solido al risarcimento dei danni, in favore della parte civile Vincenza Nicosia, difesa in giudizio dall’avvocato Sergio Laganà, riconoscendole a titolo provvisionale la somma di 20mila euro, oltre alle spese legali.

La vicenda ebbe inizio nel 2008 a seguito del bando con cui si assegnava un posto di ricercatore all’allora facoltà di Architettura. Quel bando venne vinto da Francesca Carmen Giglio, ma una delle partecipanti escluse sollevò il caso davanti al Tribunale amministrativo. Nelle more della decisione l’allora deputato Santo Versace presentò anche un’interrogazione parlamentare. Intanto la Procura decise di aprire un’indagine che portò ai rinvii a giudizio del docente Nesi, difeso da Leonardo Surace e Francesca Giglio difesa da Anna Aversa. Ricostruendo la vicenda nel corso delle indagini preliminari i capi d’imputazione furono integrati e incrementati per tre volte.

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