Grave atto intimidatorio qualche minuto dopo la mezzanotte di ieri a Caulonia, in via San Giuseppe, a pochissima distanza dal palazzo municipale. Un incendio probabilmente doloso è stato appiccato da ignoti a un edificio che sino all’alluvione dell’inverno 1973 era adibito a carcere e in cui sono in corso lavori di recupero per adibirla a “Casa della cultura e delle tradizioni popolari”. I lavori, finanziati con una somma di poco superiore ai 600 mila euro, appaltati nella primavera dello scorso anno con fondi dei Progetti di sviluppo integrati (Pisl) «erano in dirittura d’arrivo. C’era da ultimare qualche dettaglio e poi collocare all’interno gli arredi», ci ha detto amareggiata l’ingegnere Antonella Carafa, direttore dei lavori e pianificatrice dell’opera unitamente ai colleghi Carmela Agostino, Antonio Costa e Antonio Crinò.
Il fuoco ha semidistrutto la parte centrale del tetto, il cui solaio era stato realizzato in legno. Ma i malfattori, ancor prima dell’azione incendiaria, avevano provveduto a rompere le maniglie degli infissi, forare i tubi dell’impianto idrico e di riscaldamento e a cospargere di acido il pavimento e i davanzali delle finestre. Sul posto gli inquirenti hanno recuperato e sequestrato una grossa tenaglia, di proprietà dell’impresa che sta effettuando i lavori e che ipotizzano possa essere servita per danneggiare i tubi dell’acqua e del gas. Un danno economico approssimativamente stimato in ventimila euro, ma che potrebbe sensibilmente aumentare a causa delle condizioni climatiche, perché la pioggia si sta infiltrando nella struttura attraverso la copertura compromessa. Al momento, inoltre, non sono ancora chiari i danni che l’acido può aver causato.
Oltre al danno economico, l’episodio è un grande oltraggio alla comunità, proprio per le finalità cui l’edificio rimesso a nuovo è destinato: far rivivere storia e cultura del territorio. Mentre era ancora in corso l’incendio, è giunto sul posto il sindaco Giovanni Riccio. «Un episodio da condannare senza riserve. Tuttavia – ha detto il primo cittadino – non mi pare possa essere assimilato a quanto ultimamente si sta verificando in altri comuni del comprensorio, come a Gioiosa Jonica e Martone. Da quando sono alla guida dell’Amministrazione (quattro anni, ndc) a Caulonia non si sono mai verificati episodi del genere. Mi viene da pensare, piuttosto, all’azione di qualche balordo che ha voluto agire nei confronti della ditta che sta eseguendo i lavori. Certo è che quanto prima provvederemo all’installazione in loco di un sistema di videosorveglianza». Intanto il sindaco ha dato disposizioni perché sia convocato un Consiglio comunale ad hoc.
L’ingegnere Antonella Carafa si è detta afflitta e indignata non solo per il ruolo ricoperto, per il quale segue con passione il suo lavoro, ma da cittadina cauloniese. «Ho immaginato tante volte in questi mesi – ha detto tra l’altro – al modo in cui, tutti noi, avremmo potuto usare questo edificio e sentirlo nostro, nostro, questo contenitore di cultura. Perché di questo si trattava, di un centro per la cultura. Potrei enfatizzare questo gesto e pensare che forse hanno cercato di minare la parte buona della Calabria, la cultura, le tradizioni... e però così darei un significato a una cosa che non ha un significato».
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Siderno e i militari dell’Arma che, eseguiti i dovuti rilievi, cercheranno di individuare gli autori del gesto delinquenziale.