Decisi a non accettare più supinamente le decisioni calate dall’alto, ponendosi a difesa del potere decisionale dei Comuni, chiedono un incontro urgente al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, la modifica della legge che esclude la possibilità di una gestione diretta dei servizi. Inoltre, sono pronti a stilare una piattaforma comune di azione da sottoporre a tutti i sindaci della provincia.
Accogliendo l’invito del sindaco Michele Tripodi, nella sala consiliare di Polistena 12 primi cittadini del Reggino (Polistena, Roccella, Cittanova, Gioiosa Jonica, Cinquefrondi, Galatro, Candidoni, San Pietro di Caridà, Maropati, Stignano, San Giovanni di Gerace, Agnana Calabra) si sono autoconvocati in assemblea, la prima di una serie di iniziative in itinere contro il disegno di privatizzazione del ciclo dei rifiuti promosso dalla Regione Calabria.
«Abbiamo chiamato a raccolta – ha affermato il sindaco Tripodi – chi intende continuare a gestire il ciclo dei rifiuti in modo diretto, opponendosi alla privatizzazione imposta dalla Giunta regionale. Privatizzazione che farebbe lievitare la tassa sui rifiuti oltre che peggiorare i servizi per i cittadini, lasciandoli senza un controllo diretto».
Il sindaco di Polistena ha ricordato gli sforzi economici fatti in questi anni da molti Comuni (almeno 25 in Calabria gestiscono in proprio il servizio) per realizzare la raccolta differenziata spinta sul territorio «con le sole nostre forze, investendo in risorse umane e mezzi propri, anche per evitare appetiti affaristici ed infiltrazioni mafiose nel delicato settore dei rifiuti. Come premio, da parte della Giunta regionale, ci siamo ritrovati un incremento ingiusto e ingiustificato delle tariffe di conferimento, nonostante la chiusura a tempo indeterminato dell’unico impianto funzionante per lo smaltimento della frazione organica a Siderno».
Per Pino Vumbaca, sindaco di San Giovanni di Gerace, «è necessario trovare una linea comune per far sentire la nostra voce». Per il sindaco di Stignano, Francesco Candia, bisogna pretendere l’introduzione di regole che salvaguardino l’esistente. Il sindaco di Roccella Jonica, Giuseppe Certomà, ha chiesto una modifica alla norma regionale in modo che i Comuni siano lasciati liberi di scegliere.
Il sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino, parlando di norma scritta a tavolino senza un confronto vero con i territori, ha spronato ad avere capacità progettuale, avanzando proposte alternative. Dal collega di Candidoni, Vincenzo Cavallaro, è giunta la proposta di dar vita ad un’associazione a difesa dei servizi locali. Il primo cittadino di Mammola, Antonio Longo, ha chiesto un “no” secco e deciso ad un decisionismo di facciata che sta provocando solo danni. Per il sindaco di Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, la discussione deve essere pubblica, coinvolgendo le comunità locali. «Anche se nel mio Comune chi ci ha preceduto ha preferito privatizzare il servizio – ha detto Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi – noi ci siamo».
Sono anche intervenuti i primi cittadini di San Pietro di Caridà (Mario Masso) e di Agnana Calabra (Caterina Furfaro), e Giuseppe Sorbara, consigliere comunale di Maropati.