Le soluzioni all’italiana non piacciono a Lucio Dattola e al centrodestra di Palazzo San Giorgio «perché – spiega – un problema non si risolve spostandolo da un posto all’altro. Anzi, così facendo il problema si aggrava».
Il riferimento è al traffico pesante che affligge da tempo Villa San Giovanni. La Caronte ha proposto al Ministero uno spostamento più a Sud e ciò significherebbe portare i Tir nel porto di Reggio «creando così una bomba ecologica che investirà la zona nord della nostra città creando un problema a cinquantamila abitanti. Senza pensare – ha aggiunto Lucio Dattola – al problema che questi bisonti della strada dovranno poi compiere il tratto Villa-Reggio che è l’unico che non è stato ammodernato dall’Anas».
Quindi una precisazione: «Noi non siamo contro il centrosinistra che sull’argomento si è pronunciato, con il sindaco, in maniera netta, escludendo un possibile arrivo dei Tir. Anzi – ribadisce il leader dell’opposizione – vogliamo essere un supporto all’azione che necessariamente la maggioranza consiliare e l’Amministrazione dovranno svolgere nella capitale muovendo tutti i loro amici, a cominciare proprio dal ministro Delrio. Su questo argomento non ci possono essere divisioni e noi siamo pronti a fare qualsiasi forma di resistenza civile per fermare l’arrivo del traffico pesante nel nostro porto».
Tutti uniti contro l’arrivo dei Tir, dunque, ma il livello di preoccupazione resta alto. «Abbiamo voluto rendere pubblica la nostra posizione perché Reggio è una città strana – conclude Dattola – Qui si vivono spesso situazioni kafkiane come quella del parco Caserta dove, all’improvviso, arrivano le ruspe e nessuno sapeva niente. Per questo motivo, noi diciamo in maniera chiara e forte che siamo nettamente contrari a risolvere il problema di Villa San Giovanni sulla pelle di Reggio».
«Sottoscrivo quanto affermato dal presidente Dattola – aggiunge il consigliere Massimo Ripepi – E temo che il ministro Delrio possa dimostrarsi ancora una volta “nemico aggiunto” e non assessore aggiunto di questa città, innescando un’ulteriore bomba contro la nostra città».(pie.ga.)