Reggio

Lunedì 25 Novembre 2024

Clan Lo Giudice, chiesta dal Pg la conferma delle dieci condanne

Clan Lo Giudice, chiesta dal Pg la conferma delle dieci condanne

Conferma delle condanne di primo grado. È la richiesta contenuta in una memoria scritta presentata dal sostituto procuratore generale Danilo Riva a carico dei dieci imputati del processo contro il clan Lo Giudice che si sta celebrando in Corte d’appello. Il processo vede alla sbarra il fratello del boss pentito Nino Lo Giudice, Luciano (condannato a 20 anni in Tribunale), Antonino Spano (6 anni), Giuseppe Cricrì (4 anni e 6 mesi), Antonio Cortese, presunto armiere del clan (18), Saverio Spadaro Tracuzzi (14 anni e 6 mesi), Giuseppe Lo Giudice (7 anni e 6 mesi), Salvatore Pennestrì (13 anni), Fortunato Pennestrì (10 anni), Giuseppe Reliquato (16 anni) e Bruno Stilo (16 anni). Nel giudizio risultato costituite come parti civili la Regione, la Provincia e il Comune capoluogo.

L’udienza celebrata ieri mattina è stata interamente assorbita da una serie di questioni procedurali sollevata dalle parti e, regolarmente, rigettate dalla Corte d’appello.

Nella parte finale, il procuratore generale Danilo Riva ha depositato la memoria scritta con la quale chiedeva alla Corte di confermare il giudizio di colpevolezza e, di conseguenza, le condanne a complessivi 141 anni e 6 mesi di carcere irrogate a conclusione del processo di primo grado.

Prima del rinvio, è stato stilato un calendario delle prossime udienze che saranno dedicate al completamento della discussione con gli interventi dei difensori. I lavori sono stati aggiornati al 2 marzo per le prime arringhe, al 6 aprile e 4 maggio quando la Corte, salvo cambiamenti di programma, dovrebbe andare in camera di consiglio per emettere il verdetto.

Gli avvocati che prenderanno la parola in difesa dei dieci imputati sono: Giovanni Maria Caccamo, Aldo Casalinuovo, Antonio Marra, Guido Contestabile, Giuseppe Nardo, Vittorio Di Pietro, Carlo Autru Ryolo, Antonio Tarsitani, Giacomo Iaria, Giovanna Araniti, Renato Russo e Francesco Calabrese.(p.t.)

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