Erano due le “talpe” al servizio delle ’ndrine del “Sistema Reggio” smantellate lo scorso martedì con 17 arresti. Alla cancelliera a tempo determinato dell’Ufficio Gip del Tribunale (Maria Angela Marra Cutrupi, agli arresti domiciliari) si è aggiunto il maresciallo della Guardia di Finanza in servizio al comando provinciale di Reggio, Pasquale Massimo Gira, 50 anni, indagato per rivelazioni di notizie coperte da segreto istruttorio, favoreggiamento e per aver omesso di informare l’Autorità giudiziaria su notizie di reato. Tutte ipotesi di reato aggravate dall’aver favorito la ’ndrangheta.
Si allarga quindi il già inquietante scenario emerso dall’indagine “Sistema Reggio”, l’inchiesta della Dda e della Squadra Mobile di Reggio che ha inferto un duro colpo al cartello mafioso “De Stefano-Franco-Rosmini-Serraino-Araniti” che opprimeva l’economia cittadina decidendo addirittura chi nel popoloso quartiere Santa Caterina poteva aprire un bar ed imponendo l’assunzione di camerieri e cassieri.
Il maresciallo Pasquale Massimo Gira è stato raggiunto da un avviso di garanzia. Secondo le conclusioni dei sostituiti della Dda reggina, Roberto Di Palma e Rosario Ferracane, avrebbe omesso di relazionare agli organi superiori le notizie apprese sulla stagione intimidatoria consumata ai danni degli acquirenti dell’ex bar-pasticceria “Malavenda” che subirono due attentati esplosivi nel breve volgere di 18 giorni (tra febbraio e marzo 2014) dai concorrenti del “Fashion Cafè” ubicato a una manciata di metri di distanza. Ed ancora - annotano i pm - avrebbe favorito il secondo acquirente dell’esercizio commerciale «da non aprire» rivelando informazioni oggetto d’indagine.
Due le “talpe”, quindi, che rafforzano la posizione egemone delle ’ndrine del mandamento “centro” colpite con l’operazione “Sistema Reggio”, capaci non solo di imporre il proprio volere sulle decisioni imprenditoriali dei reggini ma anche di riuscire a disporre degli agganci giusti negli uffici chiave dello Stato. In Tribunale e negli apparati investigativi.
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