Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Reintegrata in servizio l’ostetrica indagata per errore

Reintegrata in servizio l’ostetrica indagata per errore

È stata immediatamente reintegrata in servizio l’ostetrica Pina Grazia Gangemi, 46 anni, di Villa San Giovanni, la professionista che figurava tra gli undici medici degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria raggiunti da una misura cautelare nell’ambito dell’operazione “Mala Sanitas” e interdetta dalla professione per la durata di 12 mesi ma ora riconosciuta estranea ai fatti per un clamoroso scambio di persona. Il ritorno alla professione si evince da una delibera del direttore generale degli Ospedali Riuniti, Frank Benedetto, che ha deciso di riammettere in servizio Pina Grazia Gangemi collaboratrice professionale presso l’unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia.

Il direttore dell’Azienda Ospedaliera ha preso atto della nuova decisione del giudice delle indagini preliminari di Reggio e dell’istanza del legale di fiducia della donna, Giuseppe Putortì.

Il gip, Antonino Laganà, è stato lapidario nel revocare la misura interdittiva disposta nei confronti della Gangemi: «Osservato che l’utenza in relazione alla quale veniva ascritto il contenuto indiziario a carico della dottoressa Gangemi non risulta a lei riconducibile e che pertanto costei risulta estranea all’addebito, revoca la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio dalla professione (medico-sanitaria)».

Non si sa se la stessa Gangemi sia già rientrata in servizio ma la riammissione all’interno dell’ospedale è stata formalizzata con delibera adottata il 4 maggio scorso. Si può considerare definitivamente chiusa, quindi, la terribile esperienza dell’ostetrica finita nel tritacarne mediatico dopo l’inchiesta “Mala Sanitas” scattata il 21 aprile scorso che ha portato a galla terribili episodi che si sarebbero consumati nei reparti di Ginecologia, Ostetricia, Neonatologia e Anestesia degli Ospedali Riuniti di Reggio dove, secondo l’impostazione accusatoria della Guardia di Finanza, i medici sotto accusa avrebbero ideato un “Sistema” per coprire i presunti casi di malasanità cancellando a colpi di bianchetto le cartelle cliniche dei pazienti.(a.n.)

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia