"Momenti di alta tensione, ieri, nel carcere di Palmi, dove un detenuto di origine africana ha rotto tutto quello che aveva nella sua cella, creando gravi difficoltà di gestione alla polizia penitenziaria". Lo affermano, in una nota, Donato Capece, segretario generale del Sappe, e Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto. "Il fatto - aggiungono - avviene a distanza di pochi giorni da un altro episodio simile successo nel reparto psichiatrico del carcere di Reggio Calabria, dove, sempre un detenuto africano, ha devastato la cella, divelto i mattoni a mani nude e procurato una frattura alla mano ad un assistente della polizia penitenziaria. I nostri agenti sono ormai allo stremo, anche a causa della grave carenza di personale. A livello nazionale mancano circa settemila unità e la legge Madia ha previsto tagli in tutte le forze di polizia, a causa dei quali il Corpo di polizia penitenziaria subirà una decurtazione di circa quattromila agenti, rispetto alll'organico previsto. Mancano mezzi e risorse economiche, per far fronte alle esigenze quotidiane". Secondo il segretario nazionale dello stesso Sappe, Damiano Bellucci, "in Calabria la situazione è davvero insostenibile. In tutti gli istituti manca il personale di polizia penitenziaria. Bisognerebbe inviare almeno quattrocento agenti per fare fronte alle esigenze di istituti come Crotone, Catanzaro, Palmi, Reggio Calabria e Rossano. A Palmi ci sono circa diecimila giornate di congedo non fruito. A Catanzaro è stato aperto un nuovo padiglione detentivo e bisognerebbe aprire il centro clinico. A Crotone ci sono circa 150 detenuti e soltanto 30 agenti e ad Arghillà i detenuti sono circa 300 a fronte di meno di 90 agenti".