A Reggio Calabria operava un "comitato d'affari" composto da dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la "macchina amministrativa comunale" nell'interesse della 'ndrangheta. Il comitato, aggirando la normativa antimafia, riusciva ad orientare la concessione di appalti multimilionari in favore di holding imprenditoriali riconducibili alle cosche. E' quanto emerso dall'inchiesta "Reghion", condotta dai carabinieri del Reparto operativo dal 2013 e che ha portato a 10 fermi. Nell'operazione, a due società operanti nel settore della depurazione delle acque e di fornitura di servizio idrico integrato, è stata contestata la responsabilità amministrativa da reato. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.40 al Comando provinciale dei Carabinieri.
Beni per un valore di circa 42,5 milioni di euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nel corso dell'operazione "Reghion" che stamani ha portato al fermo di 10 persone tra le quali dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori. In particolare sono state sequestrate 15 società, con relativo patrimonio aziendale o quote societarie, e due esercizi pubblici riconducibili ad alcuni degli indagati. (ANSA
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