I carabinieri del Ros e la Guardia di finanza hanno notificato tre ordinanze di custodia cautelare ad altrettante persone già detenute nell'ambito dell'inchiesta "Reale" sul presunto voto di scambio politico-mafioso di cui si sarebbe reso responsabile l'ex consigliere regionale della Calabria Santi Zappalà. Zappalà, eletto nel 2010 con la lista del Popolo della libertà ed arrestato nell'aprile del 2015 nella prima tranche dell'operazione "Reale", avrebbe stretto, secondo l'accusa, un patto corruttivo con esponenti delle cosca Pelle della 'ndrangheta ai quali avrebbe erogato 400 mila euro in cambio di voti in suo favore. Le persone nei confronti delle quali sono stati eseguiti i nuovi provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, sono Domenico Arena, 62 anni, Vincenzo Pesce (57) e Francesco Strangio (62), accusati di essersi appropriati di una parte della somma erogata da Zappalà per ottenere l'elezione nel Consiglio regionale della Calabria.
Le tre ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri del Ros e dai finanzieri del Gico di Reggio Calabria insieme ai militari dei Comandi provinciali reggini dell'Arma e delle fiamme gialle. Le indagini si basano, in particolare, sulle intercettazioni dei colloqui avvenuti in occasione di specifici incontri tra Giuseppe Pelle e Zappalà, nell'abitazione del presunto boss della 'ndrangheta, che sarebbero stati organizzati per concordare il sostegno elettorale al candidato al Consiglio regionale.