Amarezza e delusione. Ancora una volta Reggio finisce dietro la lavagna: viene punita per colpe che non ha e senza che la sua classe dirigente sia in grado di difenderne interessi e prospettive. I politici nostrani continuano a essere straordinariamente bravi negli interventi... postumi. Quando il danno ormai è fatto, quando non c’è più nulla da fare eccoli pronti a materializzarsi e cominciare ad abbaiare alla luna. La loro presenza si staglia attorno al falò dell'indignazione collettiva e, perfettamente calati nel contesto della reazione di popolo, sono dei campioni a protestare e a rilasciare dichiarazioni di fuoco. Ma quando c’è da alzare le antenne e monitorare costantemente la situazione, quando è necessario intervenire emergicamente in modo preventivo per scongiurare danni e beffe dei politici nostrani non si vede neanche l’ombra. Ognuno di loro, per dirla con Giuseppe Giusti, si trova “in tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato”. Troppo impegnati nel loro modo grottesco di intendere la politica, troppo presi dal protagonismo da comunicato, sempre con la testa assorbita da altri pensieri, sistematicamente e beatamente lontani dalle sedi dove si assumono decisioni importanti. E poi, nella storia dell’Aeroporto dello Stretto, la politica ha avuto un peso decisivo con tante scelte sbagliate. E l’esperienza del passato non è servita perché si continua a scegliere per appartenenza quasi mai per competenza, si continua a privilegiare polemiche sterili che poggiano sugli interessi delle fazioni e mai su quelli dell'utenza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
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