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Agibilità delle scuole,
servono 50 milioni

Agibilità delle scuole, servono 50 milioni

Cinquanta milioni di euro per garantire l’agibilità degli oltre 60 edifici scolastici degli istituti superiori del territorio provinciale. L’Ente di via Foti non è all’anno zero e ha già una mappa chiara della situazione, la disposizione di chiusura del plesso dell’istituto Nostro di Villa san Giovanni arriva proprio nella fase delle verifiche con cui si stanno passando a setaccio le strutture.

La mappa.

«Un lavoro – spiega il dirigente del settore, architetto Giuseppe Mezzatesta – che abbiamo avviato due anni fa, in cui abbiamo potuto verificare i problemi di vulnerabilità sismisca degli edifici. Un operazione resa possibile grazie all’iniziativa dell’assessorato al Bilancio, guidato da Giovanni Verduci che attraverso il fondo rotativo ha reso disponibili 300 mila euro. Risorse con cui siamo riusciti a costruire il fascicolo di fabbricato di ogni edificio. Documentazione che abbiamo acquisito e informatizzato». Adesso quindi è disponibile una vera e propria banca dati per avere un fermo immagine di tutti gli edifici, quindi dalla disamina strutturale, alle barriere architettoniche, alla situazione energetica, l’impiantistica elettrica, idraulica, dei riscaldamenti.

L’agibilità.

Tutti gli elementi propedeutici per riconoscere l’agibilità della struttura. «E per raggiungere questo risultato servono 50 milioni di euro. Dato che forniremo alla Regione e quindi alla task force del Governo». All’indomani della tragedia che ha cancellato intere comunità nel centro del Paese, il Governo ha annunciato delle misure nell’ottica della prevenzione e tra queste c’è anche l’invio da parte degli enti locali delle richieste con la mappa delle criticità. La Provincia reggina ha già pronto l’elenco degli interventi necessari per garantire l’agibilità degli istituti superiori, interventi quantificati in 50 milioni di euro. «Ma – rassicura il dirigente – non sono emerse situazioni di pericolo per l’incolumità di chi vive ogni giorno sui banchi. Buona parte degli edifici sono stati realizzati prima della normativa antisismica del 1974».

L’indagine.

Anche in virtù di questi dati oltre «all’indagine conoscitiva abbiamo avviato un’indagine strumentale su 28 edifici». E dopo questa indagine diagnostica degli elementi strutturali è stato deciso di chiudere l’istituto di Villa, dopo aver preso contezza dei risultati dei carotaggi alla struttura. «Un ulteriore passaggio consentito grazie alla partecipazione al bando del Miur. Abbiamo candidato 28 edifici e tutti i progetti sono stati finanziati con 350 mila euro, a questi si aggiungono altri 380 mila euro investiti dalla Provincia e da gennaio è in corso l’analisi per avere contezza della vulnerabilità degli edifici. In generale a parte qualche caso gli istituti pur essendo sicuri hanno necessità di miglioramenti strutturali. Situazioni come quelle del Nostro rappresentano casi isolati».

Il monitoraggio.

Di pari passo si sta procedendo con la verifica sismica negli edifici. La Provincia ha infatti avviato a dicembre un progetto che ha posizionato nove stazioni di rilevamento dei movimenti tellurici in altrettante scuole nei plessi scolastici di 9 Comuni (Bagnara, Villa S. Giovanni, Cittanova, Laureana di Borrello, Polistena, Siderno, Caulonia, Bova Marina, Reggio), ritenuti di maggiore “sensibilità” sismica e più adatti a fornire un tracciato completo. E in effetti il sistema ha funzionato visto che l’apparecchiatura di Laureana ha rilevato il sisma del Centro Italia e più di una stazione ha rilevato la scossa di sabato registrata a largo delle coste reggine.

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