Non si placano le
polemiche sulla vicenda delle violenze sessuali di gruppo subite
per anni da una tredicenne di Melito Porto Salvo, nel Reggino,
per le quali i carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo
hanno arrestato nei giorni scorsi otto persone e notificato un
obbligo di presentazione alla Pg ad un nono giovane.
Tra le persone coinvolte nella vicenda l’ex fidanzato
maggiorenne della ragazza, il figlio del boss del paese ed un
altro giovane figlio di un maresciallo dell’Esercito.
Oggi sulla vicenda ha assunto una ferma presa di posizione la
Rete nazionale dei Centri Antiviolenza (D.i.Re), con una nota a
firma del suo presidente Titti Carrano, che si é rivolta al
ministro Boschi. «Ministra - ha affermato la Carrano - vada più
presto che può a Melito Porto Salvo, il paese italiano dove una
ragazza di 16 anni di un metro e 55 di altezza per appena 40
chili di peso è stata violentata da un branco di nove giovani
maschi fin da quando era una bambina di 13».
«Lei - scrive ancora Titti Carrano rivolgendosi al Ministro
Boschi - è appena andata a Milano al 'Tempo delle Donnè a dire
che le importa delle donne, che farà fruttare a vantaggio di
tutte la delega al Ministero delle Pari opportunità. Allora
adesso vada a Melito Porto Salvo, dove fra gli stupratori
c'erano il figlio di un maresciallo dell’Esercito e il fratello
di un poliziotto, oltre al figlio di un uomo di cui tutti in
paese hanno molta paura. I cittadini hanno espresso solidarietà
alla ragazza partecipando ad una fiaccolata, ora rischiano
l'isolamento. Il sindaco, da parte sua, insulta i
giornalisti ed il parroco consiglia di tacere. A Melito la
delegittimazione della denuncia non è solo sessuale: c'è chi ha
interesse a mettere i cittadini di questo territorio sotto il
tallone della criminalità».
«Ma se lei, ministro Boschi - conclude la presidente di
D.i.Re. - andrà a Melito Porto Salvo, le cittadine e i cittadini
che hanno a cuore la legalità, quelli che sono inorriditi
dell’accaduto, che sospettano non si tratti di un caso isolato,
avranno il coraggio di uscire di casa per venire ad ascoltarla.
Le attiviste, le associazioni, le femministe, le donne dei
Centri Antiviolenza come noi saranno tutte con lei».
Condanna per la scarsa partecipazione alla fiaccolata di
solidarietà per la tredicenne é stata espressa dal deputato del
Pd Federico Gelli. «Ha destato stupore, ma anche molta tristezza
- ha sostenuto Gelli - venire a conoscenza della scarsa
partecipazione alla fiaccolata di solidarietà per le strade di
Melito Porto Salvo nei confronti della famiglia della ragazza
vittima di abusi sessuali. La vicenda assume poi tratti
inaccettabili quando, come riportato da diversi quotidiani,
sembra che la violenza di gruppo venga quasi giustificata dagli
abitanti del Paese».
«Il mio augurio - ha concluso il deputato del Pd - è che
queste notizie siano prive di fondamento e che la comunità non
volti le spalle a quella povera ragazza già così provata, a
livello fisico e psicologico, da quanto ha dovuto sopportare per
ben tre anni».
Sulla vicenda, in serata, sono intervenuti anche i deputati
del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali insieme
alla collega Maria Edera Spadoni. «Non sono bastati - hanno
sostenuto - gli abusi, le violenze, l’umiliazione, una vita
trasformata in orrore. Sono arrivati anche l’isolamento e
l'abbandono. Lasciano sgomenti, in particolare, le dichiarazioni
di alcuni cittadini del centro calabrese: c'è chi dice che la
giovane se l’è cercata, altri che era una ragazza 'un pò
movimentatà. Esprimiamo la massima vicinanza nei confronti
della vittima, dei suoi familiari e di chi è al loro fianco e
condanniamo senza appello le dichiarazioni con cui si tenta di
giustificare l’ingiustificabile, perpetrato nella generale
omertà dei cittadini, come ha dichiarato il Procuratore della
Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho».
«Questo fatto orribile, reso ancora più tragico
dall’incommentabile reazione di alcuni concittadini - dicono
ancora i deputati M5S - ripropone con ancora maggiore forza la
necessità di dare applicazione quanto prima alle raccomandazioni
della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Il
Dipartimento per le Pari opportunità, assegnato al ministro
Boschi, la quale fino ad ora non è mai venuta a riferire in
Parlamento su questo tema, per quanto sia di sua competenza, si
attivi maggiormente per realizzare programmi di educazione e
sensibilizzazione in materia di uguaglianza e per aumentare la
consapevolezza e la comprensione dei cittadini, sia giovani che
adulti».
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