Un’ombra sinistra sul calcio cittadino? Sembrerebbe di sì. Ed è un fatto che genera sconcerto e rabbia tra gli sportivi e e i tifosi, oltre che nel primo cittadino Giovanni Calabrese secondo il quale lo sport puù popolare a Locri «è da diverso tempo è senza padrini e senza padroni».
Da quanto emerge, infatti, «i nemici della città» – così li definisce il sindaco in un post sul suo profilo Facebook – starebbero tentando di ricreare quel clima “surriscaldato” che si respirava nella metà degli anni Novanta quando Locri era terrorizzata a causa della faida in corso tra i contrapposti clan dei Cataldo e dei Cordì nell’insano tentativo di dimostrare di essere i veri “gestori” del territorio. La denuncia di Giovanni Calabrese prende spunto da uno “sfregio”, effettuato a coltellate sugli striscioni degli “Ultras” del Locri.
Una mano ignota ha difatti tagliato una bandiera, tre striscioni e uno dei due tamburiche gli Ultras del Locri tra le 11 e le 12 di domenica mattina prima dell’avvio della partita con la Luzzese finita in parità (1-1), avevano predisposto in tribuna, come sono soliti fare in occasione di ogni incontro casalingo.
Nel condannare «l’ignobile ed inqualificabile gesto che sicuramente qualche mente deviata ha potuto pensare e realizzare» e nel dare solidarietà agli Ultras del “Locri Calcio”, Calabrese,ha ribadito «la libertà della città di fronte a diversi soggetti che non perdono il vizio di voler tenere la città sotto scacco in diversi settori compreso quello dello sport. Già in passato – ricorda Calabrese citando la partita Locri-Crotone conclusasi in parità e finita in una indagine della Dda a seguito delle dichiarazioni del collaboratore Marino secondo il quale quella partita sarebbe stata truccata – proprio nel calcio la città di Locri e tutti gli sportivi onesti hanno dovuto ingoiare un amaro boccone».
Calabrese, ricorda pure che già dal campo sono stati tolti cartelloni che ricordavano quel triste passato sportivo. Era accaduto qualche mese fa, quando allo stadio apparve uno striscione che recitava «Contrada Calvi vi guarda» (riferimento al quartier generale di uno dei due potenti clan di ‘ndrangheta cittadini) prontamente fatto rimuovere dai carabinieri. Il fatto si è ripetuto qualche settimana orsono quando allo stadio fugacemente apparve un cartello volante con su scritto semplicemente «Calvi».
Evidenzia poi, il sindaco, che dallo scorso agosto un gruppo di imprenditori, amanti dello sport, ha assunto la guida del Locri calcio con l’obiettivo di far rigermogliare in città un calcio onesto. Il sindaco, quasi a voler mettere all’angolo «i nemici della Città», sottolinea che «gli Ultras del Locri sono sempre stati uomini liberi e, soprattutto, non hanno mai avuto e non avranno né padrini né padroni». ed evidenzia che domenica scorsa, scoperto prima del fischio d’inizio della partita gli sfregi, «gli Ultras del Locri malgrado lo sgarbo, sono rimasti a incitare la squadra ed a sostenere la fede amaranto dimostrando di essere i veri “padroni” dello stadio e di non temere l’arroganza e la prepotenza dei “nemici della città”». Il sindaco di Locri conclude esternando «solidarietà e affetto ai mitici Ultras del Locri».
______________
I fatti
Una mano ignota ha tagliato una bandiera, tre striscioni e uno dei due tamburi che gli Ultras del Locri tra le 11 e le 12 di domenica mattina prima dell’avvio della partita con la Luzzese finita in parità (1-1), avevano predisposto in tribuna, come sono soliti fare in occasione di ogni incontro casalingo.
Qualche mese fa, allo stadio apparve uno striscione che recitava «Contrada Calvi vi guarda» (riferimento al quartier generale di uno dei due potenti clan di ‘ndrangheta cittadini), prontamente fatto rimuovere dai carabinieri. Il fatto si è ripetuto qualche settimana orsono, quando allo stadio fugacemente apparve un cartello volante con su scritto semplicemente «Calvi».
Caricamento commenti
Commenta la notizia