Sorto negli anni ’90, il contenzioso col Comune di Melito Porto Salvo è arrivato a definizione una ventina di mesi addietro, con la condanna del tecnico a restituire la somma (circa 80 mila euro) incassata a titolo di provvisionale, per aver redatto alcuni progetti per il rifacimento della rete idrica pubblica.
Progetti in seguito rivisti e realizzati con un corposo finanziamento ottenuto dall’ente. Al fine ottenere il pagamento per le prestazioni professionali svolte, l’ingegnere Santo Monorchio, oggi sindaco di Bagaladi, aveva adito le vie legali, vedendo riconosciute le proprie ragioni e producendo un decreto ingiuntivo. Uno dei tanti capitoli di una vicenda giudiziaria complessa che si è dipanata nell’arco di tanti anni.
L’opposizione da parte del Comune aveva però registrato il ribaltamento della sentenza di primo grado. Infine, la Cassazione aveva cristallizzato la vittoria dell’ente locale.
Pur avendo avuto l’affidamento della progettazione dai sindaci pro tempore con delibere di Consiglio e di Giunta, a Monorchio sarebbe risultata fatale la mancata firma di un disciplinare di incarico.
Una condizione in cui si sarebbero venuti a trovare anche altri tecnici della provincia reggina. Una condizione che ha portato alla definizione sfavorevole per gli interessati. L’attivazione da parte della commissione straordinaria rimasta alla guida della cittadina jonica fino al mese di maggio del 2015 delle procedure per ottenere la restituzione dei soldi del compenso, ovviamente maggiorati da interessi e spese varie (circa 160 mila euro), risalente a una ventina di mesi addietro, ha fatto scattare il pignoramento di un quinto dello stipendio e dell’indennità di sindaco.Inutile è risultato il tentativo di una proposta transattiva da parte di Monorchio, con il Comune (con il quale è aperto un secondo fronte giudiziario, con il tecnico che lo ha citato per indebito arricchimento) che ha respinto la richiesta.
«Mi stupisce – ha commentato il sindaco di Bagaladi raggiunto telefonicamente nella serata di ieri – che una normalissima vertenza che riguarda la mia attività di privato professionista sia diventata notizia. Eppure mi trovo nella identica situazione di tanti colleghi, la cui privacy viene giustamente rispettata». (g.t.)