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Un’altra vittima
sulla Statale 106

Un’altra vittima sulla Statale 106

La Statale Jonica “106” miete un’altra vittima. L’ennesima. A perdere la vita, ieri mattina alle ore 6.25 a Pellaro direzione nord, un 70enne di nazionalità ucraina, travolto mentre era in sella alla propria bicicletta. L’uomo è stato investito da un’autovettura, una “Suzuki Vitara”, condotta da un reggino di 71 anni. Il cittadino ucraino è deceduto sul colpo, rendendo vani anche la macchina dei soccorsi e gli interventi dei sanitari.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Stradale, che hanno effettuato i tradizionali rilievi per ricostruire la dinamica dello scontro mortale ed accertare eventuali responsabilità. Nessuna ipotesi al momento è stata avanzata dagli inquirenti, anche se sull’ennesima tragedia della strada pende il precario stato della “106” e la scarsa visibilità anche in quel tratto aggravata dall'orario in cui si è verificato l'incidente. Immediato anche l’intervento dei funzionari e degli operai dell'Anas, che hanno provveduto a chiudere al traffico la corsia teatro dell'incidente ed istituire un senso unico alternato.

«Continua la strage senza fine sulla “strada della morte”» attacca in una nota diffusa ai mass-media l’associazione “Basta Vittime sulla Strada Statale 106”. Aggiungendo: «Con quella di oggi (ieri per chi legge, ndr.) le vittime dall’inizio dell’anno in Calabria sono salite a 26. Esattamente una vittima ogni dieci giorni: è la terribile media che si registra sulla “Strada della morte” in Calabria nel 2016. Inquietante il silenzio delle Istituzioni e della classe politica parlamentare calabrese».

In attesa che la Procura accerti di chi siano le responsabilità personali e penali dell’incidente mortale di ieri mattina l’Associazione «intende ribadire e sottolineare che tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana ed intende evidenziare, inoltre, che quanto accade purtroppo da sempre sulla Strada Statale 106 ha delle chiare ed evidenti responsabilità politiche: il silenzio e l’indifferenza del Governo nazionale e regionale, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali, sono moralmente responsabili».(red.rc.)

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