Un gruppo di attivisti di Greenpeace è entrato questa mattina nell'impianto della ex Liquichimica Biosintesi, a Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, dove potrebbe sorgere una nuova centrale a carbone. Due squadre di climber hanno scalato la ciminiera dell'impianto, su cui hanno tracciato la scritta "STOP CARBONE", lunga circa 70 metri, leggibile fino a due chilometri di distanza. Alle prime luci dell'alba, gli attivisti hanno anche composto una scritta - "NO AL CARBONE" - con la tecnica del light painting ai piedi della ciminiera, mentre altri hanno aperto uno striscione sul quale si legge "STOP CARBONE, ACCENDIAMO IL SOLE". L'azione di oggi fa parte del tour italiano della Rainbow Warrior, la nave ammiraglia di Greenpeace, arrivata a Bari pochi giorni fa e diretta a Catania. "In Europa il Belgio, le tre Repubbliche Baltiche e altri Paesi ancora hanno già chiuso tutte le centrali a carbone - afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace -. Il Portogallo lo farà entro il 2020; Regno Unito, Finlandia e Austria entro il 2025; i Paesi Bassi entro il 2030. Greenpeace chiede al governo, che ha già dichiarato più volte di voler abbandonare il carbone, di indicare una data precisa: oggi contribuisce per una quota modesta della produzione elettrica nazionale e potrà essere facilmente rimpiazzato, nei prossimi anni, dalle energie rinnovabili, il cui costo è in costante discesa e le cui tecnologie sono mature e affidabili".
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