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Il catering allo stadio San Siro nelle mani dei clan di Reggio

Il catering allo stadio San Siro nelle mani dei clan di Reggio

Ndrangheta a Milano: c’era la benedizione delle cosche di Reggio - il cartello “Libri-De Stefano-Tegano” - dietro il progetto di mettere le mani (anche) sul servizio catering per le partite del Milan allo stadio di San Siro. I giudici della Corte d’Appello milanese hanno confermato le condanne per i sei imputati (a processo con il rito ordinario, mentre un’altra quarantina di persone, per le stesse ipotesi d'accusa, hanno scelto il giudizio abbreviato) ritenute «contigue» o di aver fiancheggiato le ’ndrine di Reggio che operavano nel capoluogo lombardo ed avevano allestito la base operativa tra piazza Prealpi e corso Sempione. Le accuse, a vario titolo, sono associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, corruzione ed estorsione.

Nel dettaglio la Corte d’Appello di Milano ha confermato le condanne, già inflitte in primo grado, per il presunto capo della cellula milanese dei “Libri-De Stefano-Tegano”, Vincenzo Martino (20 anni di carcere), al fratello Domenico Martino (11 anni e 3 mesi), a Giovanni Deuscit (14 anni e 10 mesi) all’ex poliziotto Marco Johnson (2 anni e 8 mesi); a Cosimo Dicorato (2 anni e 3 mesi). Sconto di pena, invece, per Alessandro Nucara, che subisce 12 anni e 2 mesi di reclusione per il riconoscimento delle attenuanti equivalenti alle aggravanti.

Nel troncone con il rito abbreviato figurano tra gli imputati due delle figure centrali dell’inchiesta della Procura distrettuale milanese, il presunto boss Giulio Martino (in primo grado condannato a 20 anni di reclusione) e l’imprenditore Cristiano Sala, che attraverso la sua società di ristorazione avrebbe cercato di mettere le mani - capitalizzando la corsia preferenziale che secondo gli inquirenti derivava dalla vicinanza del gruppo alle cosche di ’ndrangheta di Reggio - sul servizio catering per le partite del Milan allo stadio San Siro.

Nell’ambito dell’inchiesta “Rinnovamento”, i magistrati della Dda milanese si erano mossi nel solco tracciato dall’inchiesta “Infinito”, la madre di tutte le indagini in fatto di criminalità organizzata, quella che nell’estate del 2010 aveva portato a una raffica di arresti e fermi (circa 300) eseguiti sull’asse Milano-Reggio.(r.rc.)

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