GIOIA TAURO
Si spengono le luci “rosse” nella città del porto, grazie a una brillante operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo della locale Compagnia, diretta dal maggiore Cinnirella, e dai colleghi della Stazione di San Luca che ha permesso di sgominare un giro di prostituzione esercitato soprattutto nel quartiere Stazione, dove insospettabili proprietari avevano trasformato alcuni vecchi immobili in veri e propri luoghi di meretricio, noti anche al di fuori dei confini regionali e raggiunti ogni giorno da un numero rilevante di straniere e transessuali dediti al mestiere più antico del mondo nella certezza di poter usufruire di appartamenti “sicuri”, con l’unica condizione di pagare un canone commisurato al periodo di permanenza.
C’era dunque chi si occupava di reperire le prostitute, chi metteva a disposizione gli alloggi e chi, infine, aveva il compito di fornire dei servizi complementari come l’accompagnamento delle “squillo” da e verso la stazione ferroviaria o l’aeroporto, la manutenzione ordinaria degli appartamenti e il disbrigo delle incombenze quotidiane. Il tutto permetteva di tenere in piedi un’attività diventata ormai di dominio pubblico: tutti sapevano, nessuno ne parlava.
Nello specifico, sono stati individuati due soggetti che gestivano due “case di prostituzione” in via Salerno e via Cosenza, in concorso con i rispettivi proprietari. Un’altra persona aveva trasformato un’abitazione di sua proprietà, in via Bixio 10, in una vera e propria casa di lenocinio nella quale faceva alternare le prostitute, la maggior parte di origini dominicane, anche con cadenza settimanale.
Ieri mattina all’alba i militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palmi Carlo Alberto Indellicati su richiesta del sostituto Anna Pensabene, a carico di 7 persone originarie di Gioia Tauro, Ecuador e Colombia, ritenute responsabili di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione e di gestione di case di lenocinio.
Gli arrestati sono G.S., 64 anni, di Palmi; i gioiesi L.L.A., 80 anni, Fabio Lacapria, 38 anni e Francesca Rosa Seminara, 52 anni, questi ultimi due già noti alle forze dell’ordine; M.V.E.A., dell’Ecuador, 35 anni. Altri due destinatari del provvedimento che si sono resi irreperibili, sono stati individuati all’estero.
Nel corso dell’attività sono state denunciate altre 15 persone sulle quali sono ancora in corso accertamenti essendo interessate anche altre Procure calabresi. L’attività investigativa ha avuto inizio nell’agosto del 2014 e ha trovato riscontro nelle intercettazioni telefoniche dei Carabinieri di San Luca nell’ambito dell’indagine “Colombiani d’Aspromonte” per traffico di armi e droga. Gli appartamenti adibiti a case chiuse sono stati sequestrati.
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