Resta o se ne va? I segnali erano molti e anche inquietanti. Gli indizi pure. Alla fine, una telefonata da Roma ricevuta dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa ha svelato il mistero: Alitalia ha deciso di non volare più dall’Aeroporto dello Stretto. Forse già dalla prossima settimana. Il motivo ufficiale? Troppe perdite accumulate dall’ex compagni di bandiera, pare intorno ai due milioni di euro all’anno.
La telefonata
«Mi hanno chiamato pochi minuti fa da Alitalia per dirmi che il presidente Luca Cordero di Montezemolo voleva comunicarmi di persona, per un gesto di cortesia, la decisione che Alitalia avrebbe assunto e cioè di non volare più da Reggio Calabria», conferma il presidente Raffa quando l’abbiamo contattato per saperne di più su questa storia “esplosa” nel pomeriggio di ieri. «È una decisione che comunque ci penalizza – puntualizza Raffa – e che noi non accettiamo assolutamente. Se davvero Alitalia non collegasse più dalla prossima settimana l’Area dello Stretto con Roma e Milano sarebbe un danno immane al diritto alla mobilità dei reggini e inoltre, a questo punto, che senso avrebbe continuare a lottare per tenere ancora aperto l’Aeroporto dello Stretto?».
50 dipendenti in bilico
La decisione di Alitalia sarebbe dolorosa anche per i lavoratori. Oltre all’isolamento della neonata Città metropolitana, ci sarebbe, infatti, da fare i conti con un’altra emergenza occupazionale: quella di un’altra cinquantina di lavoratori – proprio quelli di Alitalia impiegati nello scalo di Ravagnese – sull’orlo del licenziamento. A quanto pare, infatti, sarebbero già pronte le lettere di licenziamento collettivo da inviare a tutti i dipendenti Alitalia impegnati presso lo scalo di Reggio, con la compagnia che potrebbe anche decidere di pagare gli stipendi e lasciare i dipendenti a casa fino al momento in cui non si sarà completa tutto il complesso iter.
Voli pieni
Una notizia triste, questa del disimpegno di Alitalia, da qualsiasi angolazione la si guardi. Anche perché c’è un dubbio che meriterebbe qualche risposta in più: se i voli da e per Roma e quelli da e per Milano dell’ex compagnia di bandiera viaggiano quasi sempre pieni o quasi pieni come può Alitalia accumulare perdite milionarie proprio qui?
La politica reagirà?
È chiaro che a questo punto – se non è già troppo tardi – un ruolo importante lo deve giocare la politica reggina per cercare di potere salvare il salvabile. Anche se bisogna considerare che Alitalia non è più la compagnia di bandiera che doveva rendere conto al ministro dei Trasporti pro tempore, ma è solo una grande compagnia che vive sul mercato inseguendo il profitto e non le ragioni sociali. Ecco l’appello del presidente Raffa: «Alitalia mi ha lasciato intendere di essere molto irritata con il presidente della Regione Mario Oliverio per l’atteggiamento che ha tenuto con essa e per delle promesse che non avrebbe mantenuto e tuttavia, se anche ciò fosse vero, noi non possiamo e non dobbiamo pagare le colpe di altri. E poi credo che sia ora che anche il sindaco Falcomatà si svegli e dia qualche contributo in questa partita importante. Non può una città metropolitana essere privata di collegamenti fondamentali con il resto d’Italia. Ho sentito dire che nei prossimi giorni il ministro Delrio dovrà venire a Reggio per discutere delle opere previste nel famoso Decreto. Verrà con l’aereo di Stato o prenderà il treno?».
E chi – e sono la quasi totalità – non ha possibilità di Delrio di potere scegliere? Che dovrà fare? La risposta più semplice è andare a Lamezia. Come qualcuno sognava da tempo.