Una vasta operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso nella provincia di Reggio Calabria ed in quelle di Roma, Milano, Vibo Valentia, Pavia, Varese, Como, Monza-Brianza e Cagliari per l'esecuzione di 41 provvedimenti di fermo emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria nonché di numerose perquisizioni. I reati contestati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l'aggravante del metodo mafioso.
C'è anche un assessore del Comune reggino di Laureana di Borrello, Vincenzo Lainà, tra le persone fermate dai Carabinieri nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria contro le cosche Ferrentino-Chindamo e Lamari. Lainà è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, pur non facendo parte stabilmente del 'locale', sarebbe stato il referente politico.
L'inchiesta, denominata Lex, che stamani ha portato all'esecuzione di 41 fermi nei confronti dei presunti affiliati al "locale" di Laureana di Borrello - formato dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari, avrebbe permesso di delineare gli assetti dell'organizzazione operante nel territorio di Laureana di Borrello e comuni limitrofi con ramificazioni in tutta la provincia ed in altre province del Nord Italia. Le indagini avrebbero inoltre ricostruito l'attività della cosca che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, era finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona attraverso il compimento di una serie di delitti in materia di armi, contro il patrimonio, la vita e l'incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti. La cosca avrebbe anche condizionato l'ordinario andamento delle istituzioni comunali, attraverso l'ingerenza su alcuni componenti dell'amministrazione, per ottenere l'aggiudicazione di appalti pubblici in favore delle aziende mafiose di riferimento della cosca. Accertata anche l'intestazione fittizia di numerose attività commerciali, tra le quali due imprese edili ed una società, attiva nel Porto di Gioia Tauro, di import/export e di alcuni immobili in Lombardia. Nel corso delle indagini sono state arrestate 5 persone, sequestrati oltre 2 chili di marijuana e rinvenute 3 pistole, un fucile, centinaia di munizioni di vario calibro e quasi 2 chili di polvere da sparo. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma al Comando provinciale carabinieri di Reggio Calabria alle 10:45.
La cosca Lamari di Laureana di Borrello si sarebbe inserita nella gestione della Polisportiva Laureanese, inserita nel Campionato di Promozione girone "B", con episodi di combine dei risultati di almeno due incontri di calcio. E' quanto emerso nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria e condotta dai carabinieri del Comando provinciale che ha portato all'esecuzione di 41 fermi tra Calabria Lombardia e Sardegna. L'inchiesta, denominata "Lex", ha colpito il "Locale" di Laureana di Borrello formato dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari con ramificazioni nel reggino ed in varie province. Le indagini, avviate dalla Compagnia di Gioia Tauro nel giugno 2014, si sono avvalse anche delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 10 tra beni immobili e attività imprenditoriali a Laureana, Vibo Valentia, Voghera (Pavia) e Bregnano (Como) per un valore di oltre 30 milioni di euro.