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Fatima, dalla Germania a Reggio per abbracciare il suo piccolo Alì

Fatima, dalla Germania a Reggio per abbracciare il suo piccolo Alì

Fatima ha la voce rotta dall’emozione e non crede ai suoi occhi che proprio la punta più estrema di quell’Italia che aveva abbandonato per cercare lavoro, le abbia regalato la gioia più grande: potere riabbracciare, dopo anni, il figlio Alì, sudanese che aveva lasciato nel deserto, a sud della Libia, mentre lei in Germania metteva da parte soldi per sfamare anche le due bambine. «La vostra città mi ha ripagato del dolore di aver perso in mezzo al mare mio fratello. Il volontariato e gli uomini della Questura, bravissimi e umani, sono stati una bellissima sorpresa».

È una storia familiare segnata anche dal peso del carcere dell’ex marito di Fatima e dalla presenza di una matrigna (nel frattempo l’uomo si era risposato), che non hai amato Alì, arrivato, tra l’altro, in riva allo Stretto con chiari segnali di violenza sul corpo. «Un giorno mio fratello intraprende il viaggio della speranza e decide di portare Alì in Italia per proseguire in Germania. Vende la macchina per affrontare il tragitto durante il quale vengo a sapere che è caduto in mare», racconta Fatima che incontriamo con il supporto della mediatrice culturale della Questura.

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