Si saprà domani quale sarà la sorte dei lavoratori del porto di Gioia Tauro e dell'Agenzia del Lavoro, strumento che era stato ipotizzato apposta per costruire un contenitore che consentisse di salvare i 400 esuberi di Medcenter, che, dopo averli riqualificati con un periodo di formazione professionale, avrebbero dovuto reinserirli al lavoro. Dalle notizie che trapelano, però, le speranze sembra siano ridotte al lumicino, anzi sono pressoché nulle. Stamattina, infatti, la conferenza dei capigruppo del Senato, con una decisione presa a maggioranza, ha stabilito che domani in Senato, nel corso della seduta convocata per approvare la Legge di bilancio, verrà posto il voto di fiducia sull'articolo 1 del Ddl di Bilancio, che contiene la manovra, e così i tempi di definizione del provvedimento risulteranno fortemente accorciati. Una scelta che non consente al Governo di presentare un dispositivo all'interno di un maxiemendamento che finanzi l'Agenzia del lavoro per i portuali. Nei giorni scorsi in commissione Bilancio erano stati dichiarati inammissibili, per estraneità di materia, gli emendamenti che avrebbero consentito alle autorità portuali di creare una Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale. Provvedimenti che avrebbero permesso, per il primo anno, di "salvare" 900 lavoratori dei porti di Gioia Tauro e Taranto (con un costo nel 2017 di 18,1 milioni di euro). Pochi giorni dopo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti aveva annunciato la presentazione di uno specifico emendamento in Senato. Proposito che, con la decisione di porre la fiducia domani in Senato, non potrà essere attuato. In sostanza, l'Agenzia salterà ed a quel punto il rischio che per i portuali in esubero si spalanchino le porta della mobilità si farà sempre più concreto.
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