Intercettati, pedinati e monitorati. Gli emissari della ’ndrina Tegano, gli uomini che avevano allestito la rete a protezione del boss latitante Giovanni Tegano, erano tutti osservati dai segugi della Squadra Mobile che stavano conducendo le indagini dell’operazione “Il Padrino”. Un tema che emerge nelle motivazioni della sentenza di primo grado con la quale sono state inflitte severe condanne ai fiancheggiatori del capoclan di Archi.
Proprio da una delle video intercettazioni emerge non solo il metodo di comunicazione dei fiancheggiatori - attraverso l’intramontabile strumento dei “pizzini” - ma anche la strigliata dei reggenti della cosca per alcune incomprensioni scaturite dalla lettura dei manoscritti. Il Giudice rimarca l’episodio: «Quando Edmondo Branca veniva intercettato in ambientale all’esterno del negozio, mentre era intento a conversare con Carmine Polimeni: i due generi del latitante Giovanni Tegano discutevano della qualità di alcuni biglietti, contenenti preziose informazioni, e di alcuni lavori in cui erano coinvolti anche i De Stefano (“se vuole De Stefano si parte”) e dal cui volere ne dipendeva appunto l’inizio». È infatti proprio Carmine Polimeni a sbottare con il cognato: «I biglietti quando... li date ...dateli per bene». Aggiungendo: «È stato quando hai detto tu.. di andare a mare tutti quanti .. (dialettale: mi iamu a mari tutti quanti ); Branca: Eh ... ; Polimeni: Questo qua .. il tramite là .. dove mi hai detto tu .. quindi la proprietà .. mi hanno detto la macchina .. tutte cose ... ; Branca: Che non andava a trovarlo la (dialettale: Non mi iva mu trova ddà ); Polimeni: È capace ... e comunque ora ... con un furgone ... si incontreranno eh .. e gli dicono tutta la faccenda com’è .. comunque .. dice .. questo qua più grosso non ce n'è .. e se vuole De Stefano .. si parte .. (dialettale: e si voli De Stefunu .. si parti); Branca: E non sai come si chiama?; Polimeni: Me lo hanno detto però non me lo ricordo ...; Branca: Ma mannaia a dinci .. segnatelo .. almeno .. )».
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