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La cosca Piromalli e gli imprenditori “insospettabili”

La cosca Piromalli e gli imprenditori “insospettabili”

Reggio Calabria

La forza, e la credibilità, di una cosca di ’ndrangheta sta anche nell’organizzazione. Una struttura piramidale dove ognuno sta al proprio posto, senza mai osare discostarsi di un solo centimetro dalle consegne dei capi. Così comandavano i vertici della ’ndrina Piromalli, così ubbidivano i picciotti di Gioia Tauro. Uno spaccato che emerge dalla carte dell’indagine “Provvidenza 2”, la retata dei Carabinieri del Ros di Reggio che martedì hanno portato in carcere altre 12 persone.

In cima al gruppo stavano i fratelli Giuseppe “facciazza” e Antonio “u catanisi” Piromalli; un gradino sotto il rampollo Antonio Piromalli (classe 1972). Gli insospettabili nei posti chiave per realizzare gli affari che la cosca di Gioia Tauro aveva pianificato.

I magistrati della Dda indicano nei fratelli Domenico e Gioacchino Careri come due fedelissimi dei Piromalli e la faccia del progetto imprenditoriale mafioso di invadere i mercati degli Stati Uniti piazzando fiumi di falso (e di pessima qualità) olio extravergine d’oliva.

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