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Truffe rimborsi Ue, indagati funzionari Regione

Sette perquisizioni e 3 ordini di esibizione di atti sono state eseguite stamani dai carabinieri del Nucleo antifrodi di Roma e del Comando Politiche Agricole e Alimentari con il supporto dell'Arma locale, nei confronti di dirigenti e funzionari del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito di un'inchiesta su presunte false operazioni di ritiro di frutta dal mercato in cambio di contributi Ue. Contestualmente sono stati notificati 14 avvisi di garanzia. Tra gli indagati il direttore generale del dipartimento Agricoltura di Catanzaro, due dirigenti del medesimo Dipartimento - fra i quali anche il Sindaco di un Comune del Crotonese - e 11 funzionari ispettivi. In particolare, sarebbe stata individuata un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, mediante la corruzione di pubblici ufficiali che agevolavano l'inoltro di pratiche per il riconoscimento di indebiti contributi europei e nazionali.

Sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla percezione indebita di contributi, al falso, alla truffa, ed alla corruzione, oltre ai singoli reati, i dirigenti ed i funzionari del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria ai quali la Procura di Reggio Calabria ha fatto notificare un avviso di garanzia contestuale ad alcune perquisizioni effettuate tra ieri ed oggi. Complessivamente, gli indagati nell'inchiesta sono diverse decine. Nelle scorse settimane, infatti, perquisizioni ed avvisi di garanzia avevano interessato numerosi amministratori di società agroalimentari del reggino. Dall'inchiesta, nata nel settembre 2014 riprendendo alcuni elementi di una precedente indagine della Procura di Palmi, i magistrati reggini hanno notato la disarmonia dei dati inoltrati dalle società per ottenere i rimborsi del ritiro di prodotti ortofrutticoli dal mercato, rispetto a quelli in possesso dell' Olaf. I quantitativi, infatti, risultavano gonfiati rispetto al reale oppure venivano chiesti rimborsi per prodotti in realtà non trattati. Le indagini sono state così affidate ai carabinieri del Nucleo antifrodi di Roma e del Comando Politiche Agricole e Alimentari dalle quali è emerso che i controlli effettuati in Calabria dalla Regione sulla regolarità delle richieste di rimborso erano inadeguati o non venivano fatti per niente. Da qui la decisione di effettuare le perquisizioni odierne per acquisire documentazione utile alle indagini. Adesso, una volta esaminato il materiale sequestrato, i magistrati decideranno gli ulteriori passi dell'indagine.

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