La Reggina ha avuto l’abilità diabolica di trasformare una possibile goleada in una vittoria stentata e sofferta.
Ha fatto di tutto la squadra di Zeman. Bravo Sala ad evitare il peggio, ma questo non toglie nulla alle sofferenze di una squadra che aveva dominato in lungo e in largo. Alla fine applausi di sollievo. Mercoledì gli amaranto potranno andare a Taranto con un altro spirito.
È chiaro, non tutto è finito. Tutt’altro. C’è ancora da soffrire ma il cammino finale dovrà essere questo. Torniamo alla gara per ribadire che la Reggina avrebbe potuto vincerla davvero con un punteggio tennistico. L’eccessiva precipitazione ma anche la grande stanchezza sono state determinanti. Bianchimano e Romanò non possono mai e poi mai sbagliare quelle reti. Si è rischiatod i mettere a repentaglio una vittoria meritata nonostante alla fine Aimo Diana, ex amaranto sulla panchina ospite, abbia detto che per la sua squadra c’erano due calci di rigore, Parole in libertà quando le cose si mettono male. E comunque i meriti vanno alla Reggina che ha affrontato la gara con la concentrazione giusta. Buon gioco sulle fasce, soprattutto su quelle di destra dove Cane ha effettuato alcuni cross degni anche di maggior fortuna. Su uno di questi al 6’ Bianchimano ha la palla giusta per un gran destro che finisce alto sulla traversa.
Gli attacchi sono continui e all’11 la Reggina va in vantaggio: da Cane a Bangu e cross sul quale si avventa Botta, gran tiro quasi dal limite, le mani di Gragnaniello si piegano e la palla supera la linea bianca quando Bianchimano la spinge definitivamente in rete.
Vantaggio meritato anche perché la squadra di Diana non sembra in grado di fare gioco apprezzabile. Si limita ad una difesa ostinata e a qualche raro e inefficace contropiede. Poco per dare fastidio a che la vittoria la cerca con determinazione. Il dominio amaranto è costante e al 15’ De Francesco potrebbe raddoppiare. Così Bianchimano al 30’: il suo destro è decisamente fuori misura. Al 35’ un colpo di testa di Bianchimano sfiora la traversa. Al 40’ il raddoppio: batti e ribatti nei pressi dell’area di rigore ospite con Kosnic che viene bloccato da Laezza al momento del tiro: Maggionni è a due passi e assegna il rigore che Coralli trasforma da par suo con un piattone imparabile alla sinistra di Gragnaniello.
Potrebbero essere realizzati altri gol ma la Reggina è imprecisa.
Nella ripresa la Reggina appare sin dalle prime battute timida, impacciata e anche in ansia. Il Melfi capisce al volo la situazione e va all’attacco. All’11’ dimezza lo svantaggio: i lucani battono una punizione sulla fascia destra e Foggia è il più lesto a spedirla dentro. Deviazione? Nessuno è in grado stabilirlo. Il merito è tutto di Foggia. Da questo momento la Reggina va in affanno. I cambi arrivano in ritardo e la squadra soffre. Gli ingressi di Romanò, De Vito e Leonetti danno respiro. Il contropiede non dà i frutti sperati con nell’ordine Coralli(14), Bianchimano(42) e Romanò (45). Inenarrabile quest’ultima occasioe: portiere lontano dai pali, porta spalanca e palla calciata fuori da pochi metri. Pochi secondi e Sala evita la beffa parando su Foggia.