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Acqua, Reggio Calabria è in ginocchio

Acqua, Reggio Calabria è in ginocchio

Ci risiamo. “Zampilli” in pieno centro e l'acqua che manca ancora. Un vero e proprio bollettino di guerra in una città piegata dall'emergenza idrica e che non riesce a uscire dal tunnel.

Bollettino di guerra

I dati sono impietosi: sono stati segnalati dai cittadini ben 1640 guasti alla rete idrica comunale. Un esercito di reggini che ogni giorno chiede conto all'Ufficio relazioni con il pubblico di Palazzo San Giorgio per avere indicazioni e ricevere aiuto per i disservizi. A queste segnalazioni il Comune cerca di tamponare come può. Ha una sola autobotte che deve girare per tutto il territorio urbano e deve arrivare a coprire tutte le zone "off-limits" per l'acqua. Sono state oltre 500 le richieste di autobotte e oltre 500 sono state anche le segnalazioni per guasti alla rete fognaria. Un consigliere delegato al servizio idrico, Paolo Brunetti, costretto a girare in lungo e largo per rispondere alle esigenze dei cittadini. A seguire anche gli interventi di Sorical e a fare da parafulmine alle giuste invettive dei cittadini. Una situazione a dir poco problematica. Negli ultimi mesi, dopo che nel report del Comune relativo all'estate scorsa era venuto fuori una netta contrazione del numero delle perdite idriche, la situazione è peggiorata.

Agonia senza fine

Nonostante l'esposto in procura di fine gennaio scorso inoltrato da Palazzo San Giorgio, va avanti un incubo senza fine. «L'esposto che, stando alla versione fornita da Palazzo San Giorgio, sarebbe stato presentato alla Procura della Repubblica appare, alla luce dell'insopportabile indifferenza esibita dagli amministratori, una ulteriore presa in giro: scaricano la responsabilità su Sorical?». Questo quanto si legge in un passaggio della lettera dei cittadini residenti nel centro storico. «Bene, mostrino coraggio e vadano fino in fondo rendendo partecipi i cittadini di quale sia lo stato dell'arte della presunta trattativa con l'azienda che si occupa della gestione del servizio idrico». Il by-pass idrico che potrebbe portare acqua dalla diga sul torrente Menta non è ancora partito, i lavori per completare l'invaso come sempre sono avvolti nella nebbia, il servizio di rigenerizzazione delle reti idriche con annesso telecontrollo di competenza della Regione ancora non è stato avviato benché l'appalto risulti aggiudicato. Nel mezzo i continui black-out delle condotte sia di competenza della Sorical e sia della rete di distribuzione interna del Comune. Insomma un quadro catastrofico per una città che da poco è diventata metropolitana ma che è costretta ancora a fare i conti con una crisi dell'acqua che risale agli anni '70.

I geyser in città

In tutto questo contesto si inseriscono anche i costi che il Comune è costretto a farsi carico per i lavori di somma urgenza. Da ultimo, come segnalato sui social netwoork dai cittadini, il nuovo gyaser che si è aperto in via Cappuccinelli, in pieno centro storico, dove una perdita idrica ha provocato un copioso lancio di acqua “tappato” dagli addetti in attesa della definitiva riparazione del guasto. Che fare? Molti sanno che cosa ci vorrebbe ma nessuno riesce a farlo. Tra scarsità di risorse in attesa degli interventi previsti nei "Patti per la Città metropolitana" e pochi mezzi a disposizione la città è destinata a dover subire ancora l'agonia della mancanza dell'acqua. Ancora oggi, nel 2017, intere zone cittadine rimangono a secco nelle ore serali del giorno per consentire il riempimento dei pozzi, ormai quasi asciutti.

Che cosa fare

Le reti fradice e ormai vecchie saltano in continuazione e la pressione che cambia dopo le continue interruzioni della fornitura provoca ulteriori danni. Che i Consumatori inoltrano denunce ed esposti serve a poco. La situazione drammatica è obiettivamente senza una via d'uscita definitiva. Certo la mancanza di comunicazione del Comune aggrava il quadro opaco che si vive in riva allo Stretto. Ma anche Sorical non scherza. E i continui rinvii sulla diga ne sono un esempio. Che non si diano più tempi e non si annuncino più date precise. Perché ormai a queste latitudini nessuno ci crede più. Anzi sembrano più prese per i fondelli e i cittadini non hanno il classico “prosciutto sugli occhi”.

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