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Arresti confermati per la gang del pizzo

Arresti confermati per la gang del pizzo

Ha riacquistato la libertà Pamela Barillà, la donna arrestata (ma ottenendo subito la detenzione domiciliare) in flagranza di reato per «la disponibilità e la custodia» dell’arsenale rinvenuto da Polizia e Carabinieri nell’immobile trasformato a deposito di via Caserta Crocevia “60” al rione Sangiovannello; restano in carcere, invece, le altre cinque persone coinvolte per la vicenda estorsiva subita da un ristoratore (titolare di una pizzeria in zona Istituto Industriale costretto a sborsare prima 1500 euro al mese e in una seconda fase 500 e 300 euro a settimana per lavorare in pace senza subire ritorsioni e danneggiamenti): il presunto mandante Sebastiano Musarella (che era già in carcere per un parallelo episodio di estorsione), il fratello Gianfranco Musarella, e i tre fratelli Antonino, Giovanni e Alessandro Marra. Ritenuti, a vario titolo, i componenti della banda.

La scarcerazione della donna potrebbe essere la prima conseguenza dell’interrogatorio auto accusatorio sostenuto nei giorni scorsi davanti al Pubblico ministero da Giovanni Marra.

Ieri il verdetto del Tribunale della libertà, dopo i ricorsi presentati dal legale di fiducia delle sei persone coinvolte, l’avvocato Alberto Marrara. I cinque che restano in carcere rispondono di rapina, estorsione, porto e detenzione illegale di armi e, lesioni personali, danneggiamento mediante incendio, tutti delitti aggravati dall’aver favorito la ’ndrangheta.

Per due di loro - Gianfranco Musarella e Giovanni Marra - l’accusa è doppia, perchè entrambi ritenuti i custodi dell’arsenale (tra cui un fucile mitragliatore kalashnikov “Ak 47”, una pistola mitragliatrice “Uzi” calibro “9x19”, una pistola semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa, una pistola a tamburo, un fucile a pompa, 4 fucili uso caccia, due silenziatori per arma lunga e due per arma corta).

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