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Chiesta la condanna di Rappoccio per la truffa dei concorsi fantasma

Chiesta la condanna di Rappoccio per la truffa dei concorsi fantasma

La Procura presenta il conto all’ex consigliere regionale, Antonio Rappoccio, accusato per lo scandalo dei concorsi fantasma in cambio del voto per l’elezione a Palazzo Campanella. In Tribunale (il collegio è presieduto dalla dottoressa Natina Pratticò) il pubblico ministero Luca Baraldo, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna dell’ex consigliere regionale a 4 anni e 9 mesi di reclusione per l’accusa di associazione finalizzata alla truffa elettorale, escludendo, e chiedendo l'assoluzione, per l’ipotesi di reato di peculato (aver utilizzato i telefoni di Palazzo San Giorgio, nell’epoca in cui era consigliere comunale, per contattare gli elettori).

Avviate già ieri le prime discussioni della difesa, a partire dalle parti civili, con l’intervento dell’avvocato Domenico Serrao, e rinviando al 23 giugno gli interventi delle altri parti civili, tra cui quello dell’avvocato Carmelo Malara, difensore del grande accusatore di Antonio Rappoccio, Aurelio Chizzoniti (i cui esposti denuncia fecero scattare l'indagine della Guardia di Finanza) e del legale di fiducia dell’imputato, l’avvocato Giacomo Iaria.

Il politico sotto accusa (a processo anche in un’inchiesta-bis sempre per ipotesi di truffa elettorale insieme ad altre persone coinvolte) si è difeso in Aula, sottoponendosi ad interrogatorio, e spiegando la linearità del progetto ideato per raccogliere consensi elettorali e concludendo la sua difesa affermando di «non aver mai promesso un posto di lavoro» ma che il suo progetto era quello di cercare viluppi lavorativi nella speranza che si potessero realizzare progetti per l’occupazione dei giovani.

Si avvia verso la conclusione il primo processo che vede sul banco degli imputati l’ex consigliere regionale, Antonio Rappoccio (eletto nella lista “Insieme per la Calabria”), finito nel mirino della Guardia di Finanza perchè - secondo la tesi accusatoria - avrebbe pianificato e attuato una truffa elettorale con la promessa di posti di lavoro fantasma in cambio del voto.

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