Giuseppe Gambettola, accusato del tentato omicidio di Angela Battaglia, è stato condannato a 16 anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Locri, (presidente Accurso, giudici Logozzo e Foresta), al termine di una camera di consiglio durata appena un’ora. Il 30enne imputato di Gioia Tauro è stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e condannato al risarcimento del danno nei confronti della vittima e dei suoi prossimi congiunti, che si sono costituiti parti civili. I giudici hanno invece rigettato la richiesta di risarcimento del danno avanzata dal Comune di Bianco e dalla Provincia.
A conclusione della requisitoria il sostituto procuratore Rosanna Sgueglia, della Procura di Locri, aveva formulato una richiesta di condanna a 22 anni e 3 mesi di reclusione dopo aver ripercorso i tratti salienti del ferimento della giovane Angela Battaglia, avvenuto il 9 dicembre del 2015 a Bianco. Quel giorno secondo quanto evidenziato dal pm ci sarebbe stato «l’estremo tentativo da parte di Gambettola di convincere Angela a ritornare insieme e ricostruire la loro storia d’amore, richiesta il cui esito positivo avrebbe potuto farlo desistere dal proposito criminoso. Ma poiché ciò non si era verificato, Gambettola ha tentato di ucciderla al rifiuto categorico di Battaglia – “torna con me” “no” “e allora muori” – rifiuto che, se pure scatenante in quel momento la furia omicida, rientrava nell’anticipata programmazione».
La pubblica accusa ha infatti contestato all’imputato la premeditazione: «La richiesta avanzata nel corso della mattinata del 9 dicembre era un estremo ed ultimo tentativo di indurre Angela a recedere dalle sue irremovibili determinazioni». E ancora: «La circostanza obiettiva che l’imputato ebbe ad accoltellare per ben 17 volte l’ex fidanzata – ha concluso il pm – è un dato difficilmente conciliabile con un gesto impulsivo e imprevisto». Un altro passaggio della requisitoria ha riguardato il contesto nel quale è maturato il tentato omicidio: «Epilogo di una serie protratta di condotte prevaricatrici in danno di Angela Battaglia, oggetto di morbosa gelosia tale da impedire alla ragazza qualsiasi relazione personale al di fuori del loro rapporto».
Per la colpevolezza dell’imputato hanno concluso i legali di parte civile, avvocati Giuseppe Pellegrino, Rosa Antonia Pacileo, Adriana Crea, Cinzia Pacileo e Angela Giampaolo, nonché gli avvocati Attilio Battaglia e Antonio Cutugno. Per l’imputato l’avv. Carlo Monaco ha chiesto il minimo della pena, l’esclusione della premeditazione e il riconoscimento delle attenuanti generiche, evidenziando il percorso di riabilitazione iniziato dal giovane.
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