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Nell’omertà dell’intero paese si privilegia la pista della faida

Nell’omertà dell’intero paese si privilegia la pista della faida

Un muro di omertà. Non si presentano facili le indagini per risalire a movente, esecutori e mandanti dell’omicidio di Salvatore Inzillo, 46 anni, ucciso mercoledì mattina, alle 11, in una viuzza del centro storico di Sorianello. I pochi indizi raccolti lasciano ipotizzare il riacutizzarsi della faida delle Preserre anche se, al momento, non si può neanche escludere che l’agguato possa essere nato in seguito a uno sgarro.

Pochi indizi anche perché, nonostante il delitto sia maturato in pieno giorno e in una strada con tante case abitate, nessuno sembra aver visto o sentito nulla di anomalo. Non ci sono testimoni e nessuna informazione è stata raccolta dagli investigatori in via Vittorio Emanuele dove Inzillo si è trovato di fronte, mentre era a bordo del suo scooter, il killer che lo ha centrato con quattro colpi al torace e alla nuca.

Le indagini sono così condotte a 360 gradi dai Carabinieri della Compagnia, guidati dal capitano Mattia Ivano Losciale, coadiuvati dagli agenti del commissariato serrese, agli ordini del dirigente Valerio la Pietra, tutto sotto la supervisione della Procura di Vibo Valentia, anche se non si esclude che il fascicolo possa passare alla Dda di Catanzaro. Chi ha premuto il grilletto lo ha fatto senza scrupoli e senza timore di essere scoperto. Un vero e proprio regolamento di conti. Ora spetta agli inquirenti capire se il 46enne aveva commesso qualche “errore” nell’ambito della faida tra le famiglie Loielo-Emanuele, oppure se ha pagato con la vita per qualche episodio che rientra nella sua sfera più personale.

Al momento gli investigatori privilegiano la pista di un eventuale coinvolgimento dell’uomo nella faida delle Preserre. Il 46enne, nei primi anni del 2000, è stato soggetto al regime di sorveglianza speciale per i reati di lesioni, sequestro di persona e porto abusivo di armi. Ultimamente la Questura di Vibo Valentia aveva disposto per Inzillo la misura dell’avviso orale sempre per il reato di porto abusivo di armi.

Di faida delle Preserre si era parlato anche nello scorso marzo, quando Domenico Stambè fu ucciso mentre usciva dalla sua abitazione di Sant’Angelo di Gerocarne, e ad aprile quando a Sorianello colpi d’arma da fuoco raggiunsero Giovanni Nesci, 27 anni, mentre viaggiava a bordo della sua auto. Anche Inzillo era scampato alla morte nel 2009 quando la sua autovettura era stata colpita da colpi di fucile in località Torre di Sorianello.

Saranno gli sviluppi delle indagini a dire se l’omicidio di Inzillo sia o meno collegato a questi due recenti episodi o se tra loro esista solo un vincolo di tipo territoriale.

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