Si apprendono nuove rilevazioni del collaboratore di giustizia Domenico Agresta su tre omicidi avvenuti tra Bovalino e le zone limitrofe. Il 29enne Agresta ha riferito al sostituto procuratore Antonio De Bernardo, della Dda reggina su un omicidio «di un platioto ucciso davanti all’armeria a Bovalino, aggiungo che l’armeria era di proprietà della vittima e che di questo ho già detto quello che sapevo all’autorità giudiziaria di Torino».
In un altro passaggio dell’interrogatorio reso al pm reggino il 14 gennaio scorso in qualità di “persona indagata in procedimento connesso” il collaboratore ha raccontato di un altro delitto avvenuto nell’hinterland bovalinese che sarebbe avvenuto perché la vittima «non aveva pagato una partita di droga a un Pelle che è parente dei Vottari; dicevano che erano stati dei giovani della famiglia, forse dissero anche i nomi ma adesso non li ricordo; ne parlarono soltanto una o due volte mentre “passeggiavamo” in carcere».
Il terzo omicidio, come riportato nel verbale sintetico, riguarda un giovane che «“disturbava” la moglie di suo cognato, un V. che è condannato all’ergastolo; questo mi è stato riferito sia da ... mentre era libero, durante un colloquio, all’orecchio (era comunque un ..., avevo letto la notizia sul giornale e volevo sapere); le stesse cose poi me le disse anche tale S.M. di Africo nel carcere di Saluzzo».
Nel corso degli ultimi mesi il collaboratore Domenico Agresta ha parlato agli inquirenti diverse vicende delittuose che della Locride, da quelle collegati alla faida di Platì a quelli della faida di Locri, nonché, da ultimo, quanto appreso in carcere sull’omicidio del dottore Fortunato La Rosa, e su quello di Massimiliano Carbone, che sarebbe stato ucciso nel settembre del 2004 perché «aveva avuto una relazione con una donna che interessava ai Cordì».