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Dure condanne per la "holding" del narcotraffico internazionale

Dure condanne per la "holding" del narcotraffico internazionale

Condanne per oltre tre secoli e mezzo di reclusione sono state disposte dal gup distrettuale di Reggio Calabria Nicolò Marino nei confronti di 27 imputati nel processo “Santa Fé” giudicati con il rito abbreviato, oltre a due assoluzioni piene. Il sentenza conferma l’impianto accusatorio sostenuto nel corso del processo dal pool di magistrati della Procura Distrettuale antimafia reggina composto dai sostituti procuratori Simona Ferraiuolo, Francesco Tedesco, Matteo Centini e Luca Miceli.

L’accusa principale per tutti è quella di partecipazione a una associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le condanne vanno da un minimo di 4 anni a un massimo di 20 anni di reclusione, per le varie contestazioni mosse dalla Procura reggina che, dagli esiti investigativi, ha ritenuto di aver individuato l’operatività di un’associazione dedita al narcotraffico con collegamenti tra soggetti ritenuti vicini a consorterie operanti nel territorio reggino della costa jonica e di quella tirrenica.

La droga sarebbe arrivata in Italia occultata in borsoni contenuti in container trasportati in vettori navali. Secondo i magistrati della Dda reggina alcuni componenti dell’ipotizzata associazione si sarebbero interfacciati con «autonome organizzazioni dotate di batterie di operatori portuali nei sedimi di Vado Ligure, Livorno e Genova», nonché di «batterie di operatori portuali nel porto di Gioia Tauro».

Le indagini sono state eseguite dagli investigatori della Guardia di Finanza, Nucleo di P.T. di Catanzaro, Gico sezione Goa, e hanno registrato la collaborazione della Guardia civil spagnola e della Dea americana. L’operazione italiana si è inserita nella più ampia attività mondiale condotta dalla Dea americana nota come operazione “Angry Pirate”, che si è svolta in diversi paesi.

L’indagine si è avvalsa di diverse rogatorie internazionali che hanno consentito di operare in Brasile, Argentina, Repubblica Dominicana, Colombia, Spagna e Montenegro dove sono radicati i presunti principali esponenti dell’ipotizzata organizzazione coinvolti in un vasto traffico di sostanze stupefacenti. Dalle ipotesi investigative viene contestata, a vario titolo e con ruolo diversi, l’operatività di una narcoassociazione che avrebbe individuato in Sud America, in particolare in Colombia, Argentina, Brasile, fonti di approvvigionamento di ingenti partite di stupefacente del tipo cocaina da inviare in Italia occultata in appositi borsoni contenuti in container trasportati in vettori navali.

Il verdetto

CONDANNATI: Giuseppe Alvaro: 20 anniVincenzo Alvaro: 20 anniRocco Calabrò: 10 anniAntonio Campanella: 12 anniAntonino Carbone: 10 anniGiuseppe Carbone: 14 anniBeniamino De Santo: 14 anniFrancesco Di Marte: 20 anniVincenzo Di Marte: 14 anniMassimo Femia: 4 anniFulvio Fortugno: 14 anniNicodemo Fuda: 20 anniPlacido Giacobbe: 14 anniFrancesco Giofrè: 14 anniRosario Grasso: 18 anniAlessandro Mazzullo: 12 anniAntonino Modafferi: 10 anni Bruno Oliverio: 12 anniGiuseppe Oliverio: 12 anni e 8 mesiGiuseppe Papasergi: 12 anniRosario Rao: 14 anniAngelo Romeo: 16 anniDomenico Sainato: 16 anniVincenzo Sainato: 12 anniGiuseppe Talotta: 16 anniGiuseppe Tirintino: 6 anni e 4 mesiGiorgio Violi: 10 anni

ASSOLTI Nicola Alvaro Domenico Romeo

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