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Ferimento davanti al lido, un arresto

Ferimento davanti al lido, un arresto

I fumi dell’alcool dovevano evidentemente avergli dato alla testa. Non si riuscirebbe a spiegare in altro modo il gesto compiuto nella notte tra giovedì e venerdì scorso da un treantaduenne di origine ceca che brandendo un coltello ha provato a scagliarsi contro uno degli addetti all’ingresso del “Turqè“, uno dei locali dislocati sul Lungomare Italo Falcomatà, una zona che in estate diventa punto abituale e molto frequentato di ritrovo per provare a scampare alla calura estiva.

Con l’accusa di lesioni personali aggravate dall’uso di un coltello gli agenti del Nucleo Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura hanno arrestato, in flagranza di reato, Milan Mesko.

Secondo quanto è sin qui emerso dalla prima ricostruzione degli investigatori, le Volanti, chiamate ad intervenire per una segnalazione di persona molesta nei pressi di un lido, dopo aver in breve raggiunto la zona del lungomare indicata nella segnalazione, anche grazie alla collaborazione di alcuni giovani, riuscivano a individuare e bloccare un giovane che - spiegano gli investigatori -, in stato di manifesta ubriachezza, stava aggredendo un dipendente del lido, addetto all’area ingressi.

La vittima della brutale aggressione è stata immediatamente soccorsa dagli stessi poliziotti delle Volanti che, nell’immediatezza, hanno potuto costatare i vistosi segni della colluttazione. Ma non solo quelli. I poliziotti hanno subito notato anche una ferita al braccio sinistro provocata da un coltello (o comunque un’arma da taglio) usato dall’aggressore e, successivamente, abbandonato fuori dal locale.

Futili i motivi che avrebbero scatenato la furia dell’agressore: questi, infatti, avrebbe prima infastidito alcuni clienti del lido poi, alterandosi sempre di più, avrebbe ininziato ad inveire contro il personale di servizio del locale che tentava di riportarlo alla ragione.

Dopo essere stato immobilizzato, l’uomo è stato trasferito negli uffici della Questura e quindi messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che, all’esito del giudizio direttissimo, ne ha disposto la traduzione in carcere.

L’attività di controllo che le forze dell’ordine garantiscono quotidianamente nelle aree più sensibili della città - e il Lungomare, specie in estate, è una di queste considerata la gran mole di persone che vi si riversano soprattutto a sera sino a notte fonda - è una delle principali leve che viene azionata dal dispositivo di pubblica sicurezza. Una “macchina” perfettamente rodata e che rappresenta, in questo concetto di polizia (intesa nel senso più ampio) di prossimità, la rappresentazione più immediata di quella azione sinergica di controllo del territorio che la “Squadra Stato” garantisce a Reggio.

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