Giovanni Grasso, che era sfuggito all’arresto nell’operazione dei carabinieri scattata a Rosarno all’alba di venerdì si è costituito ieri presentandosi col suo legale, avv. Luca D’Agostino, alla Compagnia di Gioia Tauro. Dopo le formalità di rito il giovane rosarnese è stato trasferito al carcere di Palmi dove è stato già fissato per domani l’interrogatorio di garanzia.
Grasso è indagato per il reato di concorso in porto illegale di armi comuni, esplosione di colpi di arma da fuoco e di danneggiamento di un gommone, poi affondato, fatti avvenuti in San Ferdinando la notte del primo luglio dello scorso anno.
Grasso, che abita alla periferia di Rosarno, al momento della irruzione dei militari non era stato trovato in casa ma si è presentato a Gioia Tauro accompagnato dal proprio difensore ritenendo fosse preferibile chiarire la sua posizione.
Sempre domani saranno interrogati dal Gip anche Michele e Gerardo Furfaro, padre e figlio di 52 e 23 anni, e Michele Circosta, 55 anni, ritenuti responsabili di reati diversi e finiti in manette all’alba di venerdì a conclusione dell’operazione dei carabinieri guidati dal capitano Gabriele Lombardo.
Gerardo Furfaro e Michele Gallucci, assegnato ai domiciliari, sono considerati i responsabili del furto del maggio dello scorso anno alla scuola elementare “Paolo VI” dove, nottetempo, sono stati asportati 22 notebook per un valore complessivo di oltre 10 mila euro. Gli altri rispondono di reati diversi, dalla detenzione di sostanze stupefacenti e armi alla coltivazione di canapa indiana.
A Gerardo Fufaro e a Michele Circosta i carabinieri erano giunti grazie alle immagini del dispositivo di sorveglianza. Quindi controlli telefonici, pedinamenti e appostamenti hanno consentito di arrivare anche agli altri, finiti in manette perché ritenuti responsabili, a vario titolo, degli altri reati.